Genova, sparati almeno 5 colpi su giovane ucciso in casa da agente

Cronaca
(ANSA)
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La vittima colpita all’altezza del torace in punti vitali. Per l'accaduto è indagato il poliziotto intervenuto nell'abitazione insieme a un collega. Quest'ultimo era stato aggredito con un coltello dal giovane. La madre del ragazzo: chiamato medico, arrivata polizia

Almeno cinque colpi di pistola hanno raggiunto il ventenne ucciso il 10 giugno a Genova, in casa, da un agente di polizia. È quanto emerge dall’esame esterno del cadavere effettuato dal medico legale incaricato dal pm. Il ragazzo sarebbe stato raggiunto dai proiettili all’altezza del torace, in punti vitali. L’autopsia vera e propria sarà eseguita il 18 giugno. Il poliziotto avrebbe aperto il fuoco per difendere il suo collega da un'aggressione da parte del ragazzo. La madre della vittima chiede giustizia per il figlio e punta il dito contro l'agente che ha sparato: "non merita la divisa". Poi racconta: "Io ho chiamato un'ambulanza. Chiedevo l'intervento di un medico invece sono arrivati i poliziotti".

Il racconto dei familiari della vittima

Secondo quanto finora ricostruito, la sera del 10 giugno due agenti di polizia sono intervenuti in un'abitazione a Genova per risolvere la lite scoppiata in casa tra il 21enne e sua madre, dopo che la sua compagna e la sua bambina di due mesi se ne erano andate dall’abitazione. Nell'avvicinarsi al giovane, secondo quanto riferito dalla Questura, uno dei due agenti sarebbe stato aggredito dal 21enne con un coltello. L'altro poliziotto avrebbe a quel punto aperto il fuoco, uccidendo il ragazzo e ferendo il collega. I familiari della vittima danno una versione diversa dell'accaduto: "Mio figlio li ha aggrediti perché ha reagito allo spray al peperoncino. Non si meritava questo", dice la madre della vittima. "Io ho chiamato una ambulanza. Chiedevo l'intervento di un medico invece sono arrivati i poliziotti", aggiunge, "aveva preso un coltellino dalla cucina e avevo paura che si facesse male. Ma io non temevo per me, lui era un bravissimo ragazzo". Il fratello del ragazzo, presente in casa domenica pomeriggio, ha aggiunto: "Mio fratello si sentiva provocato. C’era un poliziotto che si toccava la pistola e si metteva e toglieva i guanti. Lui diceva loro di andarsene, di non toccarlo e che voleva vedere solo la sua compagna e la bambina. Poi mi hanno fatto uscire e non so cosa sia successo. Abbiamo sentito urlare più volte 'No, no' e poi abbiamo sentito i colpi di pistola".

"Agente indegno della divisa"

"All'agente che ha sparato a mio figlio dico che è un incompetente e non merita la divisa, se la deve togliere", ha poi affermato la mamma del ragazzo ucciso. "Voglio giustizia, i poliziotti non mi hanno permesso di entrare", ha detto invece la compagna del ragazzo. L'agente che ha sparato è indagato per omicidio colposo per eccesso colposo nell’uso delle armi. Un atto dovuto, questo, per permettergli di nominare avvocato e perito. Intanto sulla vicenda è intervenuto anche il capo della Polizia Franco Gabrielli che, uscendo dall'ospedale San Martino dove ha fatto visita ai due agenti feriti, ha fatto sapere che "presto i poliziotti avranno in dotazione i taser (le pistole elettriche, ndr) così potranno agire in ulteriori condizioni di sicurezza e potranno non arrecare danno eccessivo alle persone in certi interventi". Il ministro dell'Interno Matteo Salvini sui social ha lanciato l'hahstag #iostoconchicidifende.

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