Rigopiano, Procura: "Fu Regione a determinare isolamento dell'hotel"

Cronaca
Soccorsi all'hotel Rigopiano (Ansa)
rigopiano

Formulate le accuse nei confronti degli indagati e arrivati i primi avvisi di garanzia: "Comitato emergenze attivato tardivamente"

La Regione Abruzzo "determinò le condizioni per il totale isolamento dell'Hotel Rigopiano", dove il 18 aprile 2017 si consumò la tragedia della valanga costata la vita a 29 persone. A sostenerlo è la Procura di Pescara in uno dei principali passaggi delle accuse formulate nei confronti degli indagati.

Comitato Emergenze "attivato tardi"

Non fu dunque solo una "tragedia" a causare le 29 vittime, bensì "negligenza, imperizia, imprudenza", nonché "la violazione di norme, leggi e regolamenti". A essere indagati, in relazione alla gestione dell'emergenza, sono il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso, il sottosegretario alla Protezione civile, Mario Mazzocca, il responsabile della sala operativa della Protezione civile, Silvio Liberatore, e il dirigente del servizio programmazione attività della Protezione civile, Antonio Iovino. Tutti colpevoli, secondo la Procura pescarese, di aver attivato "tardivamente" il Comitato Emergenze.

Gli avvisi di garanzia

Un'ipotesi già emersa dalle intercettazioni pubblicate a fine 2017, e in particolare da quella in cui un consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, parlava con Claudio Ruffini, all’epoca segretario di D'Alfonso, dicendo: "La gente sta morendo e voi non vi rendete conto". Allo stesso D'Alfonso e ai governatori delle due precedenti Giunte regionali, agli assessori regionali con delega alla Protezione civile e a vari funzionari regionali che si sono susseguiti dal 2006 al 2017 sono stati notificati gli avvisi di garanzia con riferimento al filone dell'inchiesta riguardante la mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga prevista dalla legge regionale 47/1992 in tema di "Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da valanghe". Una Carta che, a giudizio della Procura, "laddove emanata, avrebbe di necessità individuato nella località di Rigopiano un sito esposto a tale pericolo (sia per obiettive evidenti ragioni morfologiche e ambientali sia per documentate vicende storiche)". Inoltre, come scrivono ancora i magistrati, le condizioni dell'albergo erano "comunque tali da impedire che la strada provinciale dall'hotel al bivio Mirri, lunga 9,3 chilometri, fosse impercorribile per ingombro neve, di fatto rendendo impossibile a tutti i presenti nell'albergo di allontanarsi dallo stesso, tanto più in quanto allarmati dalle scosse di terremoto del 18 gennaio".   

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