Tragedia Francavilla, la figlia fu sedata. Tracce di cocaina in auto

Cronaca
Ansa

Gli esami hanno riscontrato un grosso quantitativo di tranquillante nel corpo della piccola, uccisa dal padre che la lanciò da un viadotto dell’A14 prima di suicidarsi. Nessuna sostanza nei cadaveri dell'uomo e della moglie, forse spinta dal 49enne giù da un balcone

Fu sedata dal padre la bimba di 10 anni che il 20 maggio a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, è stata uccisa dal genitore che la gettò da un viadotto sulla A14 prima di suicidarsi dopo sette ore di trattative appeso a una rete. Gli esami medici hanno rivelato un quantitativo notevole di benzodiazepine nel corpo della bambina. Non è invece stata rinvenuta traccia di alcuna sostanza dai risultati tossicologici sui corpi del manager 49enne e della moglie, anche lei morta dopo una caduta dal secondo piano di un appartamento di proprietà della coppia, probabilemente spinta giù dall'uomo prima di compiere l'omicidio-suicidio con la figlia.

Cocaina in auto

Altre analisi hanno permesso di scoprire nell'auto dell'uomo un bicchiere di plastica con cinquanta grammi di una polvere biancastra che, a una prima analisi, è risultata contenere cocaina e un’altra sostanza, e una siringa usata, al cui interno erano presenti un paio di gocce di un liquido ancora da identificare.

I cellulari

Una seconda consulenza è stata invece affidata a un tecnico informatico per esaminare i telefoni cellulari dell’uomo e della moglie. In particolare, il telefono della donna che è stato trovato addosso al marito, danneggiato dopo il volo dal viadotto. 

La vicenda

Il manager 49enne, secondo quanto ricostruito finora, la mattina del 20 maggio scorso avrebbe prima portato la moglie in un'abitazione di Chieti Scalo di sua proprietà, di solito data in affitto a studenti universitari, e poi, sul balcone del secondo piano - quasi dieci metri di altezza - avrebbe fatto avvicinare la donna alla balaustra fino a spingerla di sotto. Arrivati i soccorsi, si è allontanato andando a prendere la figlia dai parenti, a Pescara, dove la famiglia viveva, per portarla sul viadotto dell’autostrada A14 e lanciarla di sotto, uccidendosi allo stesso modo dopo sette ore di trattative.

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