Follow the Money, Ayala racconta il metodo Falcone

Cronaca
Follow The Money (Sky)

Il documentario racconta un periodo epocale della nostra storia, attraverso la viva voce di uno dei protagonisti assoluti di quel momento: Giuseppe Ayala, il magistrato che affiancò Giovanni Falcone e gli altri del pool nelle principali inchieste

Un’opera per raccontare la storia di un uomo, Giovanni Falcone, e il ‘metodo’ da lui creato per rendere più efficace la lotta alla mafia: parte da qui il documentario FOLLOW THE MONEY – Giuseppe Ayala racconta il Metodo Falcone”. Voce narrante dei fatti, quella del magistrato Giuseppe Ayala.

Il documentario

Prodotto da Darallouche Film, da un'idea di Giuseppe Ayala, Claudio Corbino e Stefano Pistolini e per la regia di Stefano Pistolini e Massimo Salvucci, il documentario racconta un periodo epocale della nostra storia, che va dagli inizi degli anni Ottanta fino alle stragi di Capaci e Via D’Amelio,  attraverso la viva voce di uno dei protagonisti assoluti di quel momento: Giuseppe Ayala, il magistrato che affiancò Giovanni Falcone e gli altri del pool nelle principali inchieste, dalla Pizza Connection all’istituzione del Maxi Processo, nel quale svolse i compiti di Pubblico Ministero, approdando a una formidabile serie di condanne dei vertici mafiosi.

Il 'metodo'

Ma cos’era davvero il “Metodo Falcone”, che condusse a questi straordinari risultati? Una strategia nuova e originale per intercettare e contrastare le attività mafiose, basata su una visione analitica e modernamente finanziaria dell’avversario da stanare e inchiodare: Follow the Money, segui i flussi finanziari. È il cuore del racconto di Ayala a cui si affiancano le testimonianze di altre figure determinanti: Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta, che completavano con Falcone e Borsellino il Pool Antimafia, Maria Falcone, il generale Ignazio Gibilaro che da giovane finanziere mise il suo know how al servizio del pool, Carla Del Ponte, la magistrata svizzera che contribuì a scovare i segreti bancari della Mafia, Mario Lombardo, giudice popolare al Maxiprocesso, Giovanni Paparcuri, l’agente miracolosamente scampato alla strage Chinnici, che divenne l’esperto informatico del Pool.

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