Studentessa aggredita a Bologna, fermato un uomo di 30 anni

Cronaca
Foto d'archivio (Fotogramma)
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Il presunto autore dell'aggressione è già noto alle forze dell’ordine come il "palpeggiatore di Bologna". In passato aveva aggredito diverse donne. Era stato catturato in Danimarca e condannato a 2 anni, pena sospesa

Un uomo di 30 anni è stato fermato dalla squadra mobile di Bologna con l'accusa di essere il presunto responsabile di una violenza sessuale commessa all'alba di domenica mattina, 15 aprile, su una studentessa universitaria. Il fermato, di origini romene, è già noto alle forze dell'ordine ed è considerato "maniaco seriale". Già nel 2014 aveva seminato paura nella zona universitaria del capoluogo emiliano ed era noto come "il palpeggiatore di Bologna". L’uomo, che era poi stato fermato in Danimarca, aveva patteggiato due anni, pena sospesa, ed era quindi rimasto in libertà.

L'aggressione della studentessa 

Da una prima ricostruzione delle forze dell’ordine sembra che la studentessa, domenica scorsa, sia stata seguita ed aggredita verso le 6 del mattino in pieno centro storico, nell'androne del palazzo. Fortunatamente la giovane è riuscita a divincolarsi e a fuggire nel proprio appartamento. L'indagine, condotta dalla sezione "contrasto alla violenza di genere", ha identificato l’uomo grazie ad acquisizione di immagini di telecamere e ad altri riscontri.

Chi è il fermato: il "palpeggiatore di Bologna"

L’uomo fermato dalle forze dell’ordine è conosciuto anche come "il palpeggiatore di Bologna" per aver aggredito in passato diverse donne in città. L'identikit con il suo volto dai capelli biondi era stato affisso in tutta la zona. Il 30enne era poi stato arrestato a fine gennaio 2014, in Danimarca, con mandato d'arresto europeo e poi giudicato per due sole aggressioni sessuali, nonostante gli accertamenti fossero stati eseguiti su numerosi episodi di cui era sospettato. Bologna, in quel periodo, aveva vissuto un periodo di forte preoccupazione e allarme, con segnalazioni che si moltiplicavano anche sui social network. La vicenda processuale si era chiusa in pochi mesi, nel luglio 2014, dopo l'interrogatorio davanti al procuratore aggiunto in cui l'indagato aveva ammesso le proprie responsabilità per due episodi e chiesto scusa alle vittime e alla città.

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