Attacco in Siria, sottomarino Usa fece scalo a Napoli: è polemica

Cronaca
Il sindaco de Magistris con il comandante della Capitaneria di porto di Napoli (Archivio Ansa)
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Protesta il sindaco De Magistris: mai più. La settimana scorsa si era lamentato per la presenza in porto il 20 marzo di un mezzo nucleare. Da un video su YouTube è emerso che il John Warner è stato successivamente impiegato per il lancio di missili degli Usa in Siria

Polemica sullo "scalo" partenopeo di un sottomarino nucleare americano che risulta essere uno dei mezzi impiegati nell'ultimo raid in Siria di Usa, Francia e Gran Bretagna. La Uss John Warner è transitata, nei giorni antecedenti al raid, in acque italiane: era in rada a Napoli il 20 marzo. Questo dettaglio - come conferma oggi una nota del Comune di Napoli - emerge da una missiva che de Magistris ha inviato la scorsa settimana al contrammiraglio Arturo Faraone, comandante della Capitaneria di Porto di Napoli. Il primo cittadino lamentava la presenza in acque vicine alla costa di un mezzo nucleare. C'è di più: il canale YouTube Aiir Source military, che raccoglie filmati relativi alle attività delle forze armate statunitensi, ha pubblicato un video che risalirebbe a sabato, il giorno del raid, che mostra il lancio di un missile Tomahawk da un sottomarino indicato come il John Warner (SSN 765) dislocato nel mar Mediterraneo. La notizia è stata poi confermata da Militarytimes.com e dal Dipartimento di Difesa Usa. Lo stesso Luigi de Magistris, interpellato dall'ANSA, ha espresso la sua rabbia: ''Qui non sono graditi questi mezzi militari che possono anche produrre effetti straordinariamente gravi in caso di incidente''.

Confermato l'utilizzo del sottomarino

Il sottomarino nucleare, sempre da canali YouTube specializzati in questioni militari, risulta essere salpato dal porto di Gibilterra il 5 aprile. Il Pentagono, sottolineano le stesse fonti, ha confermato la partecipazione all'attacco in Siria del John Warner che avrebbe lanciato in tutto sei missili Tomahawk. La stessa amministrazione Usa ha diffuso foto e video del lancio di missili da bordo del sottomarino. Il John Warner - soprannominato "Sledgehammer of Freedom" dall'equipaggio - è essenzialmente un sottomarino d'attacco che può essere utilizzato per diverse missioni, tra cui sorveglianza, ricognizione, ricerca e soccorso, così come per il lancio di missili, siluri e mine. Il sommergibile Usa risulta aver partecipato, tra il 2 e il 16 marzo, all'esercitazione della Nato Dynamic Manta 2018 (DYMA 18), una delle più importanti e complesse attività addestrative dell'Alleanza Atlantica che si svolge al largo delle coste siciliane. Vi hanno preso parte navi, sottomarini, aerei e militari di dieci nazioni alleate che si sono addestrati alla lotta anti sommergibile e alla lotta contro i mezzi di superficie. Insieme al John Warner c'erano anche sommergibili provenienti da Canada, Grecia, Italia, Spagna e Turchia, sotto il controllo del Comando Sommergibili della Nato. Inoltre nove navi di diversi Paesi, insieme a aerei e elicotteri.

Luigi de Magistris: ''La nostra amministrazione è per il disarmo''

''La nostra amministrazione non è contro qualcuno ma è a favore delle politiche di pace, di disarmo, di cooperazione internazionale, è per la diplomazia e perché siano sempre le istituzioni internazionali come l'Onu a essere protagoniste nelle fasi di crisi''. Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha commentato la notizia del John Warner. Una presenza di cui - dice de Magistris - la Capitaneria di Porto aveva informato l'amministrazione comunale e per cui ''subito ho scritto al controammiraglio Arturo Faraone, ben prima dell'attacco in Siria''. 

''Il porto di Napoli è un'area denuclearizzata''

De Magistris ha ricordato che il Comune ha approvato nel 2015 una delibera con cui si dichiara ''area denuclearizzata'' il Porto di Napoli. ''Il fatto che si tratti dello stesso sottomarino (utilizzato nei raid in Siria, ndr) - ha aggiunto il sindaco - rafforza ancora di più la giustezza della nostra delibera con cui abbiamo sancito che nel Porto di Napoli non sono gradite, e pertanto non andrebbero consentiti il transito e la sosta, navi a propulsione nucleare o che portano armi nucleari. Spetta ad altre autorità tradurre in atti efficaci la volontà politica e istituzionale manifestata dalla città". "Qui non sono graditi questi mezzi militari che possono anche produrre effetti straordinariamente gravi in caso di incidente". "Vorremmo che chi ha la possibilità di farlo non dia l'autorizzazione a queste navi di entrare nel porto di Napoli per ragioni di politiche di disarmo, di pace, di contrarietà alle armi nucleari e anche per il pericolo sotto il profilo della protezione civile che queste navi possono provocare alla nostra città in caso di incidente".

Capitaneria: decisioni su sottomarino non ci competono

Secca però la replica della Capitaneria di porto: "Le decisioni in ordine all'arrivo e/o al transito delle unità navali militari straniere nelle acque territoriali nazionali non competono all'Autorità Marittima, quale organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti", scrive il contrammiraglio Faraone. Il comandante giudica "condivisibili le preoccupazioni" alla base della delibera di Giunta che dichiara "area denuclearizzata" il porto di Napoli, ricordando a de Magistris che allo stato attuale "non è consentito l'ingresso in Porto ad unità a propulsione nucleare né tantomeno a navi con carico radioattivo". Il sottomarino Usa ha sostato in rada, la zona di mare prospiciente lo scalo, a tre miglia nautiche (equivalenti a circa sei chilometri) dall'imboccatura del porto. La Capitaneria "non ha autorizzato ma ha esclusivamente disciplinato, per quanto di propria competenza, come previsto dal Piano predisposto dagli Organi del Ministero della Difesa, le attività relative alla navigazione marittima connesse alla sosta del predetto sommergibile ai fini della sicurezza della navigazione per la salvaguardia della vita umana in mare": vale a dire, una volta ricevuta comunicazione della Difesa della presenza del sottomarino, è stata disciplinata la navigazione nell'area delle altre unità in transito in modo da garantirne la sicurezza.

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