Minore istigava alla jihad in Rete: tornerà in classe

Cronaca
Foto: archivio Ansa
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Il ragazzino, accusato di gestire chat e canali Telegram in cui inneggia alla guerra santa islamica, sarà regolarmente a scuola con i suoi compagni già da lunedì

Tornerà regolarmente a scuola domani, 9 aprile, il ragazzino friulano di origini algerine che è accusato di gestire chat e canali Telegram di propaganda jihadista e che è stato denunciato dalla polizia di Stato dopo una lunga indagine per terrorismo. Il ragazzino, attraverso l'applicazione di messaggistica istantanea, secondo le accuse amministrava due gruppi chiusi e diversi canali di propaganda a favore dell'Isis, istigando altri utenti a commettere "delitti di terrorismo e contro l’umanità".

Uno studente dall’ottimo profitto

Il giovane, che frequenta un istituto superiore in Friuli, ha sempre avuto un ottimo profitto ed è stato controllato e monitorato per quasi un anno dalla polizia postale e dalla Digos di Udine. Per lui, che ha continuato a studiare regolarmente anche nel corso delle indagini a suo carico, domani sarà un giorno come un altro. La scuola, infatti, non è stata informata della denuncia né dell'intera vicenda, sia i compagni sia i professori non sono al corrente di chi possa essere il ragazzo, né tantomeno delle convinzioni estremiste e radicali che l'adolescente andava maturando. Conduceva una vita apparentemente simile a quella degli adolescenti della sua età e molto probabilmente continuerà a farlo. L'indagine si è svolta nel massimo riserbo, mantenuto anche al termine degli accertamenti per garantire e tutelare il minorenne, che è inserito in un percorso di recupero e deradicalizzazione stabilito dai servizi sociali, seguito da un team di psicologi ed esperti.

Forse pronto a colpire la scuola

Secondo gli investigatori, il ragazzo sarebbe stato pronto a realizzare un dispositivo rudimentale per compiere un'azione terroristica proprio all’interno della scuola che frequenta. Con l’ausilio dei servizi di pedinamento in collaborazione con le Digos territoriali, il giovane è stato sottoposto al controllo dello zaino: sono stati trovati solo diversi documenti manoscritti in lingua araba e una bandiera dell'Isis realizzata da lui stesso.

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