Diario dalla Seawatch 3: verso la zona di salvataggio dei migranti

Cronaca

Monica Napoli

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Sky TG24 sale a bordo della nave della ong e osserva, passo dopo passo, come viene organizzata l'attività di salvataggio in mare dei migranti


È una giornata intensa, non siamo lontani dalla zona dove vengono recuperati i barconi carichi di persone, bisogna essere pronti e preparati ad ogni emergenza.
Diventano così sempre più stringenti i turni di guardia nella sala di comando. A rotazione toccano a tutti, si deve coprire tutta la giornata e la nottata, ora più che mai gli occhi devono restare aperti, spiega l’equipaggio della ONG Sea Watch su cui viaggiamo.
Anche perché nell'ultimo periodo la guardia costiera libica, spesso, si avvicina anche solo per spaventare, a volte con minacce reali a volte solo con la loro presenza.  Da un po' di tempo i libici impediscono alle ong di portare i migranti altrove, la guardia costiera libica riprende in migranti e li riporta indietro, come già avvenuto nel naufragio di novembre, in Libia.

L’attività della guardia costiera libica

"Capita che girino attorno alla nostra nave per diverso tempo solo per innervosirci, altre volte ci hanno minacciato come a novembre, durante il naufragio dove sono morte decine e decine di persone" sostiene Annie.
E' questo il giorno del briefing medico che deve preparare tutti alle emergenze ma soprattutto, spiega Paula, una delle dottoresse a bordo, a non spaventarvi se tra le persone salvate ci fossero alcuni con patologie a voi ignote o contagiose. Si passa poi alle tecniche più classiche di respirazione e massaggio cardiaco utili davvero a tutti.  Nessuno può arrivare impreparato nell'emergenza, tre medici non possono da soli fronteggiare questi flussi.
È anche il giorno della prova dei gommoni, con la complicità del mare che si è decisamente calmato si possono provare con più attenzione anche i navigatori e le connessioni radio con la nave.
Oggi è il mio turno di salire a bordo, per capire come documentare quello che potrebbe accadere in mare.

I punti fondamentali sull'accoglienza

Nel tardo pomeriggio si entra nel vivo della missione durante la riunione che vede la presenza di tutti: è fondamentale chiarire alcuni punti sull'accoglienza. Inizia a parlare Lorenz, è lui l'addetto all'accoglienza, volontario come la maggior parte dei presenti, si confronta e chiede consigli su come gestire il flusso di persone. Ma a chiudere l'incontro è Kim, il primo ufficiale – lui, con Pia il comandante e John il capo ingegnere, sono gli unici tre dipendenti della seawcth - spiega nel dettaglio tutto ciò che può essere o non può essere fatto. Dal rispetto per il dolore delle persone che hanno affrontato il deserto prima, i campi libici poi, alla necessità di “trattare queste persone in egual maniera, senza fare alcuna preferenza" avverte.
Bisogna stare attenti a eventuali litigi, dovuti anche alle condizioni pessime in cui si trovano i migranti, avverte ancora, e rispettare la loro religione.
Anche per chi, come me, segue i flussi migratori da anni le parole di Kim suonano come importanti. 

Le persone salvate in mare

In caso di salvataggio, ad arrivare sulla nave sono famiglie intere o donne e/o uomini soli, a volte anche bambini non accompagnati. A volte, a salire a bordo sono mamme che magari hanno appena perso un figlio in mare o che sta malissimo. "Noi non possiamo far altro che tentare di salvarlo e non sempre ci riusciamo", mi racconta ancora Annie, che a novembre ha vissuto tutta la sua impotenza davanti a due donne, due mamme: una ha perso un figlio di pochi mesi nel naufragio, l'altra è riuscita a portarlo a bordo ma i dottori non hanno potuto fare nulla per aiutarlo.
"Fronteggiare la loro tristezza senza poter far nulla è una delle cose più frustranti che io abbia mai vissuto" aggiunge ancora.
"Se vuoi vivere questa esperienza” dice Claire, giovane ingegnere francese, “devi sapere che non sei non sei tu il protagonista, il salvatore, perché stai solo contribuendo a far fare un piccolo passo a queste persone. Magari potessimo salvargli la vita per sempre". Nei suoi occhi il dolore di chi ha visto centinaia di persone transitare su questa nave, nel suo sguardo la consapevolezza di fare bene ma fare comunque poco.

 

La seawtch è una ong tedesca che dal 2015 opera nel Mediterraneo per trarre in salvo i migranti che dalla Libia partono su barconi fatiscenti rischiando la vita. È la terza missione dall'inizio del 2018 e nonostante gli ultimi avvenimenti in Italia e i rapporti sempre più complicati con la guardia costiera libica, il gruppo ha deciso di partire ugualmente. L'Italia è il Paese dove vengono portati i migranti salvati, il Paese che fronteggia maggiormente il flusso migratorio. Questo è il diario di come avvengono le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.

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