Omicidio Pescara, da autopsia elementi utili alle indagini

Cronaca
Il luogo dove è stato ritrovato il cadavere di Alessandro Neri, l'8 marzo 2018 (Ansa)

Massimo riserbo sui risultati degli esami che dovrebbero aver chiarito i tempi della morte e la distanza da cui è stato sparato il colpo che ha ucciso Alessandro Neri. Attesa anche per gli esiti dell'analisi dei tabulati telefonici. Il padre: "Era un bravo ragazzo"

Potrebbe chiarire diversi aspetti della vicenda, e fornire elementi importanti, l’autopsia eseguita sul corpo di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore (Pescara) ucciso a colpi d'arma da fuoco e trovato morto l’8 marzo, a Fosso Vallelunga. L’esame autoptico si è concluso nel pomeriggio di oggi (10 marzo) e sui risultati c’è il massimo riserbo, anche se è trapelato che quanto scoperto potrebbe avere ricadute importanti sull’indagine. Si attende anche di conoscere gli esiti dell'analisi dei tabulati telefonici sul cellulare del giovane e delle ultime persone con cui è entrato in contatto.

Da autopsia si attende chiarezza su tempi della morte

Dagli accertamenti autoptici gli inquirenti si aspettavano di conoscere i tempi della morte e da quale distanza è stato esploso l'unico colpo che, apparentemente, avrebbe ucciso il giovane. Proprio la distanza da cui è partito il proiettile potrebbe chiarire il tipo di luogo in cui si è consumato il delitto, forse un'automobile o un ambiente piccolo.

Gli accertamenti sui tabulati telefonici

Oltre all'autopsia, importanti per l'attività investigativa anche i tabulati telefonici. Il telefono, che ha consentito di individuare la zona e poi di trovare il corpo con l'intervento dei cani molecolari, è stato acceso fino a lunedì sera, prima di spegnersi. Nel corso di una perquisizione nell'abitazione di Neri, i carabinieri hanno acquisito vario materiale, tra cui computer e vecchi telefoni. Gli investigatori hanno anche ascoltato più volte i famigliari del ragazzo che hanno fornito indicazioni utili alle indagini. Proseguono anche gli accertamenti sulla macchina del 29enne, trovata il 7 marzo nel centro di Pescara. Gli inquirenti stanno raccogliendo il materiale e le informazioni disponibili, mentre l'autopsia consentirà di formulare ipotesi più concrete.

Il padre: "Era un bravo ragazzo"

Intanto parla il padre del 29enne trovato morto. "Mio figlio era un bravo ragazzo", dice l’uomo. Sul cancello della villetta dove abita, è appeso un cartello con la scritta "Questa è casa di Ale!". L'abitazione del giovane è un via vai di amici e parenti. Il corpo del ragazzo era stato ritrovato l’8 marzo, vicino a un corso d'acqua, in una posizione che secondo gli investigatori è incompatibile con il suicidio e con un colpo d’arma da fuoco al torace. I famigliari avevano denunciato la scomparsa del ragazzo lunedì scorso. La sua auto era stata ritrovata il 7 marzo, a 6 chilometri di distanza dal luogo dove era poi stato scoperto il cadavere. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Pescara, da subito, non hanno escluso nessuna pista.

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