Omicidio Jessica, l'ultima chat col tranviere: "Ridammi la mia stanza"

Cronaca
I rilievi nell'appartamento di via Brioschi a Milano dove è stata uccisa Jessica (Fotogramma)

Spunta conversazione su WhatsApp tra la ragazza uccisa e l'uomo di 39 anni fermato con l'accusa di omicidio

L'inizio della lite tra Jessica e Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni fermato per l'omicidio della ragazza avvenuto nel suo appartamento, emerge da uno scambio di messaggi su WhatsApp nella notte tra martedì e mercoledì. Lo riporta il Corriere della Sera che pubblica alcuni dettagli della conversazione.

L'ultimo messaggio di Jessica

L'ultimo accesso di Garlaschi a WhatsApp, secondo quanto riferito dal quotidiano, risale alle 4.01 della notte tra martedì e mercoledì. L'uomo e la ragazza erano entrambi nell'appartamento del trentanovenne, in via Brioschi a Milano. Il tranviere aveva da poco ricevuto l'ultimo messaggio infastidito di lei: "Basta, lasciami la stanza, voglio andare a dormire". Garlaschi occupava il divano letto offerto in subaffitto alla ragazza. Stava guardando il dvd di un cartone animato e non voleva andarsene. Dal dialogo emerge che Garlaschi avrebbe insistito perché Jessica si unisse a lui. Così, secondo la ricostruzione del quotidiano di via Solferino, sarebbe iniziata la lite tra i due. Per gli inquirenti sarebbe seguito un approccio sessuale, respinto da Jessica. Poi l'omicidio.

Attesa convalida del fermo

Ieri pomeriggio, a San Vittore, di fronte al giudice per le indagini preliminari, Garlaschi è rimasto in silenzio, si è "avvalso della facoltà di non rispondere", come già aveva fatto davanti al pm. In attesa dell'esito dell'interrogatorio di garanzia l'uomo resta in carcere. "Non ho ancora ricevuto una comunicazione ufficiale da parte della procura sulla convalida del fermo - ha dichiarato all'ANSA Angelo Mongelli, avvocato difensore del dipendente Atm - credo non ci siano grossi dubbi sul fatto che ciò avvenga. I termini per la convalida scadranno domani".

La versione di Garlaschi

Il tranviere si è chiuso in un impassibile mutismo dopo che tre giorni fa, invece, prima del fermo, agli investigatori entrati per un sopralluogo nella sua abitazione aveva cercato di dare delle giustificazioni, dopo aver ammesso l'omicidio. "Ho rigirato il coltello che lei aveva in mano e l'ho colpita allo stomaco", erano state le sue prime parole. E ancora: "Abbiamo avuto una banale discussione sulla scelta di un film, lei mi ha ferito con il coltello, l'ho disarmata e poi l'ho colpita". Aveva negato anche di avere tentato un approccio sessuale nei confronti di quella ragazza dalla vita difficile, ospite nel suo appartamento in cui l'uomo viveva con la moglie. Una prima versione 'informale' la sua, ritenuta però poco credibile dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Cristiana Roveda, e poi la scelta di non rispondere più alle domande. Sentita a lungo anche la moglie di Garlaschi, risultata estranea all'omicidio. Poche ore prima dell'aggressione era andata a dormire dalla madre lasciando il marito solo con la ragazza. 

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