Falsi Modigliani in mostra a Genova, l'esperta: trucchi maldestri

Cronaca
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A rivelarlo è Isabella Quattrocchi, l'esperta incaricata dalla procura di Genova per una consulenza sulle 21 opere di Modì esposte nel capoluogo ligure e sequestrate lo scorso luglio. "Lavori da dilettanti" e "firme effettuate con tratto infantile"

Firme effettuate "con tratto infantile", figure assemblate "senza alcuna competenza" e tele invecchiate maldestramente. È questo il durissimo bilancio fornito dalla professoressa Isabella Quattrocchi, l'esperta incaricata dalla procura di Genova per una consulenza sulle 21 opere attribuite ad Amedeo Modigliani esibite in una mostra a Palazzo Ducale e sequestrate lo scorso luglio. Falsificazioni a tal punto grossolane che, secondo la professoressa, non lascerebbero dubbi: chi ha organizzato la mostra era a conoscenza di trovarsi di fronte a dei falsi.

Mostra con falsi voluta

Secondo l'esperta nominata dalla Procura di Genova non ci sarebbero dubbi. La mostra con i quadri falsi di Modigliani "era programmata così". "Per scoprirlo mi è bastato fotografare ogni pezzo sia davanti, sia dietro - spiega la Quattrocchi -. Chi se n'è occupato prima di me, invece, si è basato su scatti che gli sono stati forniti". A dimostrare il dolo ci sarebbe anche un altro particolare: "la mostra era buia ed evidentemente non era un caso. Non c'era un'illuminazione generale: erano illuminati solo i dipinti. Ma su ognuno c'erano tre dita di vernice sopra, pesante, massiccia. È come quando per strada s'incontra un'auto con gli abbaglianti accesi: si viene accecati e si vede tutto più confuso". La mostra era stata chiusa anzitempo lo scorso 14 luglio - dopo l'esposto dell'esperto Carlo Pepi - e le 21 opere erano poi state sequestrate. Gli inquirenti indagano per truffa aggravata, messa in circolazione di false opere d'arte e riciclaggio. L'inchiesta vede attualmente indagati l'allora curatore Rudy Chiappini, il presidente di MondoMostre Skira Massimo Vitta Zelman e il collezionista e mercante d'arte Joseph Guttmann, proprietario di alcune delle opere sequestrate. È altamente probabile che i legali dei tre, insieme a quelli di alcuni proprietari dei dipinti richiederanno una consulenza di parte per dimostrare l'autenticità dei quadri.

Pezzi grossolanamente falsificati

Secondo il giudizio della Quattrocchi, 20 dei 21 pezzi sono "grossolanamente falsificati", si salva solo un dipinto - Nudo disteso (Ritratto di Celine Howard) - per il quale la consulente ha sottolineato la necessità di un ulteriore approfondimento dei Ris. Per le altre opere invece pochi dubbi, come sottolineano anche le due esperte scientifiche Marie-Pierre Etcheverry e Tiziana Mazzoni (sempre nominate dalla procura), in alcuni casi i pigmenti non sarebbero neppure "compatibili con le palette di Modigliani ma sono databili a dopo la seconda guerra mondiale". Altrove ci si troverebbe di fronte al lavoro di un "dilettante, privo di qualsiasi vena artistico, su supporto in tela già preparata, di tipo commerciale, tirata su un telaio di tipo seriale con una traversa e nonostante le chiavi di tensionamento risulta allentata, artificiosamente ingrigita". Secondo il giudizio della Quattrocchi, oltre alle opere sarebbero false anche le cornici.

"Amareggiati, ma nessuna responsabilità"

Non si è fatto attendere il commento del Palazzo Ducale che, attraverso una nota redatta dal direttore Pietro da Passano, ha affrontato l'affaire. L'incidente "ci lascia profondamente amareggiati, ma riteniamo che avendo operato con le dovute garanzie la Fondazione, dichiarata nel procedimento dalla stessa Procura di Genova parte lesa, abbia nella vicenda ben poca responsabilità. Credo non si possa negare che il Ducale di Genova abbia raggiunto un grado di riconosciuta autorevolezza".

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