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Case popolari Bari, diversi arresti per un giro di tangenti

Cronaca
La Guardia di Finanza ha eseguito le ordinanze emesse dal gip del tribunale di Bari (Fotogramma)

Il direttore generale dell’ente di edilizia pubblica Arca Puglia Centrale è finito in manette per aver ricevuto un orologio da polso da 20mila euro, denaro contante e numerosi buoni carburante in cambio di 'favori' relativi ad appalti pubblici

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Il direttore generale dell’ente di edilizia pubblica Arca Puglia Centrale è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per aver incassato tangenti in cambio di 'favori' relativi ad appalti pubblici e in particolare nella procedura di assegnazione di alloggi popolari. Nell’inchiesta per corruzione sono finiti anche tre imprenditori, l’avvocato del dirigente della società regionale e una cancelliera della Procura di Bari. Per due dei costruttori interessati sono scattati gli arresti domiciliari mentre per il terzo è stata disposta l'interdizione di un anno a esercitare attività. Le accuse formulate a vario titolo dalla Procura di Bari sono corruzione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio e accesso abusivo al sistema informatico della Procura.

Corrotto con orologi, denaro e buoni benzina

Dalle indagini è emerso che il direttore generale della società regionale, che gestisce circa 21mila case popolari in Puglia, avrebbe ricevuto tangenti di vario tipo tra cui un orologio da polso da 20mila euro, denaro contante e numerosi buoni carburante. In uno dei casi sotto indagine, il dirigente sarebbe stato corrotto dall’amministratore di fatto e socio dell'impresa aggiudicataria della gara d'appalto indetta da Arca Puglia Centrale per i lavori di costruzione di tre fabbricati per quarantadue alloggi di edilizia residenziale pubblica a Bari-Carbonara. Nello specifico il direttore generale avrebbe emesso varie delibere di approvazione di varianti in corso d'opera in favore dell'impresa e, dopo avere ricevuto un orologio prezioso, secondo gli inquirenti avrebbe favorito l'imprenditore rilasciando tempestivamente il visto di legittimità necessario alla liquidazione in favore dell'impresa. In un altro caso l’uomo avrebbe ricevuto "denaro od altra utilità, contenuto in due buste", per favorire alcune imprese, aggiudicatarie di procedure di appalto indette per i lavori di costruzione e ristrutturazione di alloggi popolari nei rioni baresi Sant'Anna, San Girolamo e Madonnella.

Violazione del registro informatico della Procura

Sotto la lente degli investigatori è finito anche il comportamento di una cancelliera della Procura di Bari. La donna, su istigazione del direttore generale di Arca e del suo avvocato, si sarebbe introdotta abusivamente nel registro informatico della Procura acquisendo informazioni riservate sugli indagati e sui reati contestati nell'indagine sull'Arca. Secondo gli inquirenti, la cacelliera avrebbe agito in cambio della promessa di sostituzione "tempestiva" dell'immobile popolare che occupava con un altro più confortevole.