Malagò: "Fossi in Tavecchio mi dimetterei". Lotti: serve rifondare

Cronaca
Il pareggio di San Siro per 0 a 0 con la Svezia è costato all'Italia il mondiale che si giocherà in Russia nel 2018 (Getty Images)

Sul banco degli imputati il commissario tecnico, Gian Piero Ventura e il presidente della Figc sfiduciato anche dal numero uno del Coni. Invito al rinnovamento dal governo

Il giorno dopo la storica esclusione della Nazionale italiana di calcio dal mondiale che si terrà in Russia nel 2018, è tempo di riflessioni. Sul banco principale degli imputati per un fallimento sportivo il cui unico precedente risale al 1958, sono finiti il Ct Gian Piero Ventura e il presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Quest’ultimo è stato sfiduciato anche dal numero uno del Coni, Giovanni Malagò, il quale ha dichiarato: "Fossi in Tavecchio mi dimetterei". Invito al rinnovamento anche da parte del ministro dello Sport, Luca Lotti.

Il futuro della Federazione

Carlo Tavecchio ha convocato per il 15 novembre una riunione con tutte le componenti federali. In quella sede potrebbe essere ufficializzato l’esonero di Ventura, che non si è dimesso. In ballo, però, non c’è solo la guida tecnica della Nazionale, ma anche il futuro della Figc. Dal presidente del Coni, Giovanni Malagò è, infatti, arrivato un consiglio che ha il sapore della sfiducia. “Fossi in Tavecchio – ha detto Malagò – mi dimetterei. È stata una delusione clamorosa, un uomo di istituzioni deve ragionare con il buon senso e le norme”. Allo stesso tempo, però, Malagò ha escluso l’ipotesi che l’attuale presidente della Figc si faccia da parte e si proceda ad un eventuale commissariamento della Federazione. Quest’ultima soluzione, infatti, è prevista, ha ricordato il presidente del Coni, "solo se non funziona la giustizia sportiva, la regolarità dei campionati o per gravi irregolarità amministrative". Condizioni, queste, che al momento non sussistono.

Dal governo l'invito al rinnovamento

Anche il governo è entrato nella questione all’indomani dell’esclusione da Russia 2018. Da Palazzo Chigi è arrivato, infatti, un chiaro segnale a favore del rinnovamento, attraverso le parole del ministro dello Sport, Luca Lotti. “Il calcio italiano va rifondato – ha detto – bisogna avere il coraggio di fare delle scelte importanti. Credo che sia importante cogliere questo momento per mettere a posto tutto il calcio italiano, dai settori giovanili fino alla serie A”. Secondo Lotti la questione è più complessa delle mere vicende di campo e riguarderebbe tutto il sistema calcio. “È anche un problema culturale – ha spiegato – che parte dalla scuola calcio dei ragazzi e da come si insegna, ai genitori che stanno in tribuna”. Oltre al ‘dramma’ sportivo, inoltre, l’eliminazione da Russia 2018 ha importanti ricadute economiche: il semplice accesso al Mondiale, infatti, avrebbe garantito un guadagno di 8,2 milioni e a ogni passaggio di turno sarebbe stato legato un bonus fino a stimare - per l'eventuale vittoria finale - introiti pari a 32,7 milioni.

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