Norme antimafia eluse, arrestato figlio cassiere banda della Magliana

Cronaca
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La Guardia di Finanza ha fermato Massimo Nicoletti nell’ambito di un’indagine su alcuni trasferimenti fraudolenti di beni. Sequestrate anche due società e le quote capitale di una terza. Coinvolto un imprenditore e ricercati due prestanome

È stato arrestato dalla Guardia di Finanza Massimo Nicoletti, figlio dello storico cassiere e riciclatore della Banda della Magliana, Enrico. L’uomo è stato fermato nell'ambito di un'indagine della procura di Roma nei confronti di quattro persone, accusate di trasferimento fraudolento di beni per eludere la normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniale. Gli uomini del Gico hanno anche sequestrato due società e le quote capitale di una terza, per un valore di oltre cinque milioni.

L’inchiesta “Barba”

L'inchiesta, chiamata “Barba” dal soprannome di Massimo Nicoletti, è iniziata nel dicembre 2015 e, grazie ad intercettazioni, pedinamenti e accertamenti patrimoniali, ha consentito di individuare come il figlio dell'ex cassiere della banda della Magliana fosse il dominus di rilevanti investimenti nel mercato immobiliare, tra i quali un complesso residenziale con 42 immobili di pregio. Operazioni che venivano fatte attraverso altri soggetti, visto che Nicoletti ha a suo carico una misura di prevenzione personale e patrimoniale nonché precedenti per droga, usura ed estorsione.

Due prestanome ricercati

Due le società coinvolte nell'indagine, la "Koros srl" e la "Dama investment srl". La prima sarebbe stata utilizzata per comprare il complesso immobiliare e finire la costruzione delle abitazioni, la seconda per la vendita degli appartamenti. Secondo la Gdf le aziende, anche se intestate a due prestanome, ora ricercati, erano gestite di fatto da Nicoletti che, come loro, schermava gli apporti di capitale nelle società intestando le quote a familiari o amici per eludere la normativa antimafia e favorire operazioni di riciclaggio.

L’imprenditore factotum

La quarta persona coinvolta nell’inchiesta “Barba” è un imprenditore romano, Mario Mattei, che secondo la Gdf aveva il compito di gestire i rapporti con i finanziatori delle speculazioni immobiliari. Mattei, sempre secondo gli investigatori, agiva come factotum di Nicoletti anche se formalmente non rivestiva alcuna carica.

In carcere anche il padre

Massimo Nicoletti è il figlio di Enrico, detto “il Secco” nella serie Romanzo Criminale, finito in carcere l’ultima volta nel febbraio 2012 per un cumulo di pene su vari reati per i quali era stato condannato in passato tra cui usura, estorsione e rapine.

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