Trapani, revocati i domiciliari al candidato sindaco Girolamo Fazio

Cronaca
Girolamo Fazio (Foto d'archivio Fotogramma)
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La decisione del gip dopo un lungo interrogatorio. Disposto il divieto di dimora a Palermo. Il deputato regionale e candidato sindaco è accusato dalla procura di Palermo di corruzione nell’inchiesta che ha portato in carcere l’armatore Ettore Morace

Sono stati revocati gli arresti domiciliari per Girolamo Fazio, il deputato regionale di Ap e candidato a sindaco di Trapani per le elezioni comunali del prossimo 11 giugno (LO SPECIALE DI SKY TG24). A stabilirlo è stato il gip Caterina Brignone, dopo un lungo interrogatorio in cui, secondo indiscrezioni, Fazio avrebbe risposto a tutte le domande e avrebbe fornito ulteriori spunti utili agli investigatori. Il giudice, alla fine, ha scelto di applicare al deputato il divieto di dimora a Palermo. Fazio è accusato dalla procura del capoluogo siciliano di corruzione nell’inchiesta "Mare Monstrum" che ha portato in carcere l’armatore Ettore Morace, ma la tranche del provvedimento che lo riguarda è stata inviata per competenza a Trapani.

La sospensione della carica

Negli scorsi giorni, un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri aveva sospeso dalla carica di deputato Fazio, a partire dalla data dell'arresto. Ma anche se la sospensione, decisa in base alla legge Severino, dovesse decadere visto il venir meno dei domiciliari, il deputato non potrebbe comunque esercitare il suo ruolo perché non potrà più andare a Palermo all'Ars (assemblea regionale siciliana). 

Nuove accuse e sospetti

Inoltre, sono emerse altre accuse a carico di Fazio. Prima gli si contestava di aver condizionato la politica regionale sui trasporti marittimi per favorire Morace, in cambio di aiuti e denaro. Ora, a questo si aggiunge il sospetto degli inquirenti che il deputato si sarebbe fatto ristrutturare l'abitazione a spese dell'armatore. 

La scoperta del "sistema Trapani"

Lo scorso 19 maggio, un blitz in Sicilia aveva svelato un sistema di corruzione sistematica che passava da una rete di legami con politici e magistrati, oltre che funzionari regionali. La scoperta del “sistema Trapani” aveva portato all’arresto non solo di Fazio, ma anche di Morace e del funzionario della Regione Sicilia Giuseppe Montalto. Indagati anche il governatore siciliano, Rosario Crocetta e la senatrice e sottosegretaria Ap alle Infrastrutture, Simona Vicari, che si era dimessa dopo aver saputo delle indagini per corruzione che la riguardavano.

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