Si costituisce Antonello Mesina, nipote dell'ex primula rossa Graziano

Cronaca
Un'auto della Polizia di Stato (foto d'archivio, Fotogramma)
Polizia

Il 24enne era ricercato dal 2016 per una tentata rapina a un portavalori e un sequestro di persona. Si nascondeva da oltre un anno nella foresta di Montesnel in Sardegna

È finita la latitanza di Antonello Mesina, 24 anni, nipote della primula rossa del banditismo sardo, Graziano Mesina. Il giovane, ricercato dalla Polizia per una tentata rapina a un portavalori e per un sequestro di persona nel dicembre del 2015 nei pressi di Carbonia, si è consegnato alle Forze dell'ordine nella mattina del 29 maggio.

La latitanza nella Foresta di Montes

Secondo le prime rivelazioni delle Forze dell'ordine, Mesina si sarebbe nascosto per oltre un anno nella Foresta di Montes nei pressi di Orgosolo, nel cuore della Barbagia. Le ricerche effettuate dagli uomini della squadra mobile di Cagliari si erano concentrate proprio in quella zona dal marzo 2016, quando Mesina era riuscito per ben due volte a scampare al blitz delle Forze dell'ordine contro la banda dei portavalori, che aveva portato all'arresto di 22 persone ritenute affiliate a vario titolo all'associazione criminale dedita alla rapina dei furgoni. Le operazioni di ricerca, divenute sempre più intense nel corso degli ultimi mesi, hanno stretto il cerchio intorno al latitante che, ormai braccato e senza vie di fuga, ha deciso di costituirsi agli investigatori. Gòi agenti lo hanno ammanettato vicino ad Orgosolo, dove gli è poi stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alle rapine e ad altri reati predatori.

Il paragone con lo zio “Grazianeddu”

Ci sarebbe solo lo stesso cognome e una parentela di secondo grado ad accostare Antonello Mesina allo zio Graziano, 74 anni, considerato il maggior criminale sardo del dopoguerra. “Grazianeddu”, questo il soprannome di Mesina, è diventato un personaggio noto alle cronache per aver più volte messo in atto fughe spettacolari – dieci riuscite su ventidue tentativi - dalle carceri in cui ha scontato circa 40 anni della sua vita. Esponente di primo piano della criminalità sarda, Mesina fu nel 1992 un personaggio chiave nel processo di mediazione che portò alla liberazione, dopo sei mesi di prigionia, del giovane Farouk Kassam. Una collaborazione che il 25 novembre 2004 gli valse la grazia dell'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e del ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Ma nel giugno del 2013, l'ex primula rossa venne di nuovo arrestato con un'accusa di traffico di droga. Nel dicembre del 2016, dopo il processo, Mesina finì di  in carcere con una condanna a 30 anni e la revoca della grazia presidenziale. Ben diverso il profilo criminale del nipote Antonello che, prima del suo presunto coinvolgimento nella rapina del 2015, era invece un giovane con qualche precedente penale. È stato l'unico dei 23 componenti della banda a sfuggire per ben due volte ai tentativi di cattura della Polizia. Fino ad oggi, quando si è arreso sulle montagne di Orgosolo.

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