'Ndrangheta, sequestrati beni per 28 milioni a un imprenditore edile

Cronaca
L'operazione ha portato al sequestro di beni per il valore di 28 milioni di euro (Archivio Fotogramma)
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L'operazione, denominata "U patri nostru", è stata condotta dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria. L'uomo è ritenuto vicino alle cosche "Mancuso" e "Piromalli"

Beni per un valore di 28 milioni di euro sono stati sequestrati a un imprenditore edile del Reggino, contiguo agli ambienti della 'Ndrangheta. È questo il risultato dell'operazione condotta dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, del nucleo speciale di polizia valutaria e del servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata, nelle province di Vibo Valentia, Reggio Calabria e Roma. Secondo l'accusa, l'imprenditore aveva legami con le 'ndrine “Mancuso”, operativa soprattutto nella provincia di Vibo Valentia, e “Piromalli” di Gioia Tauro.

L'operazione “U patri nostru”

Il provvedimento di sequestro è stato eseguito su mandato della Dda nel corso di un'operazione denominata “U patri nostri”. Destinatario della disposizione un imprenditore edile vibonese a cui sono stati sequestrati beni per il valore di 28 milioni di euro. La misura ha riguardato l'intero patrimonio aziendale consistente in 4 imprese commerciali e delle rispettive quote societarie. Confiscati anche 27 immobili tra appartamenti, locali commerciali e terreni, oltre a diversi rapporti finanziari e assicurativi. Le indagini della Guardia di Finanza hanno evidenziato che l'uomo - pur raggiunto sinora soltanto da condanne di lieve entità - sarebbe da tempo colluso con la 'ndrangheta. Si sarebbe infatti servito della sponda offerta dalle cosche Piromalli e Mancuso per avviare e accrecere il suo giro d'affari. Accordi di interesse emersi dai processi “Tirreno” e “Mediterraneo” consolidati nel tempo e che hanno portato reciproci vantaggi nella realizzazione di opere edili - sia pubbliche che private – nel territorio calabrese. Le investigazioni svolte, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia - scrivono gli inquirenti - hanno consentito di appurare come l'uomo non solo conoscesse da tempo i vertici della cosca "Mancuso", ma li frequentasse e si rapportasse con loro.

Sorvegliato da tempo

Il nome dell'uomo non era nuovo alle forze dell'ordine che si erano imbattute nella sua figura già ai tempi dell'inchiesta denominata “Bucefalo” del 2015. Nell'occasione, gli uomini delle Fiamme gialle accertarono l'influenza delle 'ndrine nella realizzazione del “Parco Commerciale Annunziata” di Gioia Tauro, attraverso l'utilizzo di imprese collegate alla cosca “Piromalli”. Tra le varie aziende gli uomini della finanza scoprirono gran parte dei lavori erano stati svolti dall'azienda dell'imprenditore vibonese, in particolare quelli riguardanti la struttura prefabbricata adibita a sede dell' “Annunziata S.r.l”, oltre a due capannoni ed un fabbricato all'interno della struttura commerciale.

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