L’Aquila, 8 anni fa il sisma: migliaia di persone alla fiaccolata

Cronaca

In seimila hanno partecipato alla cerimonia in ricordo delle 309 vittime del terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo il 6 aprile 2009. Presente anche una delegazione di persone di Amatrice, Accumoli e Arquata

Sono passati otto anni dal terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo. L’Aquila ha ricordato con una fiaccolata notturna le 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009. Circa 6mila persone, secondo la stima della questura, hanno partecipato alla cerimonia. (LO SPECIALE SUL SISMA IN ABRUZZO)

 

Gli striscioni - Il corteo è arrivato in piazza Duomo poco dopo la mezzanotte e lì è iniziata la lettura dei nomi delle 309 vittime, anticipata dalla frase "e loro non ci sono più". In prima fila gli striscioni "Per loro, per tutti" dei familiari dei defunti, "Neanche stasera tornerà a casa" dei genitori dei ragazzi morti alla Casa dello studente e "La ri-scossa dei terremotati" di coloro che hanno subito i sismi più recenti del Centro Italia. (LO SPECIALE DI SKY TG24)

 

Presenti anche cittadini di Amatrice e Arquata - Alla cerimonia ha partecipato una delegazione di abitanti di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, i Comuni colpiti dal sisma in Centro Italia dello scorso agosto. Tra le autorità invece, il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti e il sottosegretario con delega alla Ricostruzione, Paola De Micheli. 

In piazza anche i gonfaloni della Regione Abruzzo, della Provincia dell'Aquila e delle città dell'Aquila e di Rieti. Alla fine sono stati ricordati i morti del sisma del Centro Italia, della Terra dei fuochi, le vittime dell'amianto e quelle di San Giuliano di Puglia. (LA RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE)

 

I 309 rintocchi della campana - Subito dopo, i 309 rintocchi della campana della chiesa delle Anime Sante, tornata a suonare da pochi mesi. Dopo la fiaccolata si è tenuta una messa, celebrata dall'arcivescovo Giuseppe Petrocchi, che nell’omelia ha detto: "La morte non ha l'ultima parola, questo non toglie il dolore ma rende più sereni”.

 

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