
"Ad Arcore ci fu prostituzione ma non ci sono prove che Berlusconi conosceva l'età della ragazza". Con questa motivazione l'ex premier è stato assolto in appello nel processo Ruby in cui era imputato per concussione e prostituzione minorile -

I giudici della II corte d'appello di Milano hanno depositato giovedì 16 ottobre le motivazioni della sentenza con la quale lo scorso luglio hanno assolto con formula piena Silvio Berlusconi per il caso Ruby -

"La conoscenza della minore età" di Ruby "da parte di Silvio Berlusconi" è "circostanza non assistita da adeguato supporto probatorio", si legge nelle motivazioni della sentenza -

In primo grado l'ex premier era stato condannato a sette anni di carcere. I motivi dell'assoluzione in secondo grado sono stati scritti dal giudice relatore Concetta Locurto -

I giudici hanno "acquisito prova certa dell'esercizio di attività prostitutiva ad Arcore in occasione delle serate in cui partecipò Karima El Mahroug" che si "fermò a dormire almeno due volte" a Villa San Martino -

L'attività prostitutiva ad Arcore è confermata da "riscontri sulle intercettazioni, esiti delle perquisizioni e dettagli narrati da Karima El Mahroug", si legge nel documento -

"Le ingenti somme di denaro e i gioielli consegnati da Berlusconi alle ragazze partecipanti alle serate, le spese dell'imputato per gli immobili da esse occupati" sono la prova certa "dell'esercizio di attività prostituitva ad Arcore" -

Ruby partecipò ad "otto serate in tutto" nelle quali "la giovane marocchina si fermò a dormire almeno due volte presso la residenza del Presidente del Consiglio" scrivono i giudici -

Nelle motivazioni si legge ancora: Ruby ha partecipato "agli intrattenimenti e interazioni a sfondo sessuale" ad Arcore caratterizzati da "sfrontata disinibizione delle ragazze", "ostentazione di nudità", "strusciamenti e palpeggiamenti" -

Tra Silvio Berlusconi e Ruby ci fu un "effettivo svolgimento di atti di natura sessuale retribuiti", scrive la Corte d'Appello ma che non c'è prova che l'ex premier sapesse che la ragazza fosse minorenne -

Secondo la Corte d'Appello, la giovane "non aveva alcun interesse a confessare la sua minore età" e poi dalla "consapevolezza della minore età in capo a Emilio Fede non può comunque trarsi la prova certa di analoga consapevolezza in Berlusconi" -

In un altro passaggio si legge: "Deve escludersi che la costrizione mediante minaccia fosse l'unico strumento per riuscire ad ottenere l'affidamento di Karima El Marough a Nicole Minetti" -

"In ordine al delitto di concussione non vi è prova della ascrivibilità a Silvio Berlusconi di una intimidazione costrittiva nei confronti" del capo di Gabinetto della Questura di Milano Pietro Ostuni -

"Silvio Berlusconi aveva un personale, concreto interesse" ad ottenere che Ruby venisse affidata a Nicole Minetti e non collocata in comunità in quanto "preoccupato" del rischio di rivelazioni compromettenti" sulle serate ad Arcore -

Per la Corte "la scoperta della minore età della ragazza acquisita al più tardi quella sera stessa non poteva che preoccupare l'imputato e costituisce un verosimile movente del suo intervento presso" il funzionario di polizia -

Secondo la Corte d'appello dunque non ci sono prove che l’ex premier fece pressioni sulla Questura di Milano o che sapesse che la marocchina fosse minorenne -

Berlusconi dunque, dopo la condanna a 7 anni di carcere in primo grado è stato assolto in appello dall'accusa di prostituzione minorile con la formula piena "perché il fatto non costituisce reato" -

Le motivazioni depositate dai giudici costituiscono un fascicolo di oltre 300 pagine -