Rinvio a giudizio per lo scrittore che aveva invitato a tagliare la rete di protezione del cantiere della Torino-Lione, in Val di Susa. Il processo si aprirà a gennaio. "Le parole di un intellettuale non possono costituire reato" ha detto il difensore
Lo scrittore Erri De Luca è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere in relazione ad alcune dichiarazioni rilasciate ai media in cui affermava che "la Tav va sabotata" e invitata a tagliare la rete di protezione del cantiere. (Torino-Lione: foto e video). E' quanto ha deciso il gup di Torino Roberto Ruscello all'udienza preliminare. Il processo inizierà il 28 gennaio 2015. L'accusa è sostenuta dai pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino. "Pensavamo non dovesse essere processato - ha commentato uno degli avvocati dello scrittore, Gian Luca Vitale - ora cercheremo di dimostrare che non deve essere condannato".
Il legale De Luca: le parole di un intellettuale non sono reato - Il difensore dello scrittore, uscendo dall'aula in cui si è tenuta l'udienza preliminare, ha infatti ribadito di essere convinto che "questo sia un processo alle parole. Dimostreremo tranquillamente che questa non è stata un'istigazione a delinquere". E ha aggiunto: "Le parole di un intellettuale non possono costituire reato". Diverso il parere di Alberto Mittone, legale della società Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), costituitasi parte civile, che si dice invece "soddisfatto" del rinvio a giudizio di De Luca perché "è quello che chiedevamo".
De Luca: "Mai fatto l'esaltazione del sabotaggio" - Lo scrittore ha sempre rigettato le accuse e in un'intervista rilasciata a Repubblica nei giorni scorsi ha spiegato di non aver "mai fatto l'esaltazione del sabotaggio. Ho semplicemente detto che quell'opera in Val di Susa va sabotata e per diverse ragioni". E ancora: "Non posso discutere le mie opinioni in un'aula di Tribunale. Quello che sta succedendo a Torino lo considero un abuso. Sono pronto a discutere dovunque, a confrontarmi con chiunque ma non nel ruolo di imputato. Se quello che ho detto è un reato, beh io lo ribadisco ma non lo posso ribattere davanti a un tribunale. Non lo posso neanche trattare. L'opinione non è trattabile, è un diritto intrattabile".
"Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processane uno per scoraggiarne cento: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. E' un silenziatore e va disarmato" ha aggiunto De Luca su Facebook alla notizia del rinvio a giudizio.
Il legale De Luca: le parole di un intellettuale non sono reato - Il difensore dello scrittore, uscendo dall'aula in cui si è tenuta l'udienza preliminare, ha infatti ribadito di essere convinto che "questo sia un processo alle parole. Dimostreremo tranquillamente che questa non è stata un'istigazione a delinquere". E ha aggiunto: "Le parole di un intellettuale non possono costituire reato". Diverso il parere di Alberto Mittone, legale della società Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), costituitasi parte civile, che si dice invece "soddisfatto" del rinvio a giudizio di De Luca perché "è quello che chiedevamo".
De Luca: "Mai fatto l'esaltazione del sabotaggio" - Lo scrittore ha sempre rigettato le accuse e in un'intervista rilasciata a Repubblica nei giorni scorsi ha spiegato di non aver "mai fatto l'esaltazione del sabotaggio. Ho semplicemente detto che quell'opera in Val di Susa va sabotata e per diverse ragioni". E ancora: "Non posso discutere le mie opinioni in un'aula di Tribunale. Quello che sta succedendo a Torino lo considero un abuso. Sono pronto a discutere dovunque, a confrontarmi con chiunque ma non nel ruolo di imputato. Se quello che ho detto è un reato, beh io lo ribadisco ma non lo posso ribattere davanti a un tribunale. Non lo posso neanche trattare. L'opinione non è trattabile, è un diritto intrattabile".
"Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processane uno per scoraggiarne cento: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. E' un silenziatore e va disarmato" ha aggiunto De Luca su Facebook alla notizia del rinvio a giudizio.