
In tante scuole italiane gli studenti hanno boicottato i test Invalsi con scioperi bianchi, presidi, flash mob e assemblee

A renderlo noto è la Rete della Conoscenza, che spiega che in questi giorni striscioni, volantini e manifesti hanno invaso le scuole di tante città italiane

"Valutati, non schedati!" è lo slogan che si legge a Roma, Milano, Siena, Pisa, L'Aquila, Genova, Napoli, Salerno, Bari, Torino, Catania, Cagliari e in tanti altri centri

Gli studenti si stanno rifiutando di compilare a testa bassa dei test di cui non condividono né la natura né lo scopo

"Abbiamo deciso di rifiutarci di sottoporci a un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali", ha detto Danilo Lampis, coordinatore dell'Unione degli studenti

Ma illegittime sono le minacce e le ritorsioni, raccontano gli studenti, che già in queste settimane si stanno riversando sugli studenti che protestano contro i test Invalsi

"Le prove sono attività ordinarie e non obbligatorie", ha detto l'Uds. "Al pari di gite e attività pomeridiane i test devono essere approvati dagli organi collegiali e la partecipazione degli studenti è completamente libera"

A Napoli il 13 maggio studenti e insegnanti aderenti al sindacato Cobas hanno organizzato un corteo di protesta

Simbolo della protesta una maschera con una "x" disegnata su tutto il volto come la "x" richiesta per indicare le risposte sul test

Altri studenti hanno manifestato con la bocca coperta da un panno bianco e con sopra stampata una "x"

"Lo sciopero e il boicottaggio degli indovinelli Invalsi hanno avuto grande successo oggi, nella giornata delle medie e superiori", ha detto Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas

"Gli studenti hanno ridicolizzato in mille modi i quiz, annullandone ogni validità o impedendone l'effettuazione, e inficiando, insieme agli insegnanti, ogni credibilità dei risultati in circa il 30% della classi", ha detto ancora

Favorevole invece ai test Invalsi il vicepresidente dell'associazione presidi, Mario Rusconi: "Vanno apportate delle correzioni in base al tipo di classe o al corso di studio ma guai a buttare l'acqua con tutto il bambino"

"I docenti dovrebbero prendere spunto dai risultati dei test per sanare eventuali lacune sui programmi trattati. Considerando l'Invalsi come una spia di rilevamento", ha detto ancora

Le proteste contro i test Invalsi