Concordia, Schettino sulla nave: "Ci ho messo la faccia"

Cronaca

L’ex comandante sale sul relitto (VIDEO) per un sopralluogo dei periti nell’ambito del processo sul naufragio: “La nave è custode di tutti i segreti”. Momenti di tensione con un giornalista. L'avvocato: "Potrà spiegare cosa non ha funzionato"

"Sulla nave ho dato il mio contributo tecnico di comandante ai miei consulenti tecnici che serviranno per l'esito finale delle perizie, sulla base delle quali si individueranno le responsabilità, io ci sto mettendo la faccia. Io non posso dare nessuna spiegazione tecnica, per questo esiste un collegio peritale". E' questo il commento dell'ex comandante della Concordia, Francesco Schettino al termine del sopralluogo sulla nave durato quasi tre ore.
Schettino è salito a bordo della Costa Concordia (video) due anni dopo il naufragio della nave (lo speciale), che costò la vita a 32 persone. Accompagnato dal suo avvocato Domenico Pepe ha partecipato infatti al sopralluogo al generatore d'emergenza. Sulla Concordia, oltre a Schettino, il collegio peritale del Tribunale di Grosseto, magistrati, consulenti e legali.


"La nave è custode di tutti i segreti"- Giaccone di pelle scuro e occhiali da sole, l'ex comandante, è salito dal ponte 11.  Alla discesa, ha accusato alcuni giornalisti di aver subito un'aggressione, prima di sbottare nei confronti di chi lo incalzava sui momenti successivi al disastro all'Isola del Giglio: "Se continuate ancora a parlare di abbandono nave lei non ha capito un c...o!" (VIDEO).
E ai microfoni di Sky TG24 si è difeso: "Inchino? Se avete seguito il processo dovreste avere chiara la differenza tra cosa è un inchino e un passaggio ravvicinato".



Poco dopo Schettino è tornato a parlare coi giornalisti, dicendosi convinto che "la nave è custode di tutti i segreti".
Secondo quanto si apprende, Schettino non ha potuto interloquire con i periti del tribunale che visioneranno alcune parti della nave, oggi raddrizzata, all'Isola del Giglio.

"Ci metto la faccia" -
"Sono all'isola del Giglio per contribuire all'accertamento della verità, mettendoci la faccia, come ho sempre detto", aveva commentato il giorno prima l'ex comandante, quando era tornato per la prima all’Isola del Giglio dopo il naufragio del 13 gennaio 2012, che causò 32 vittime. La sua presenza è importante, aveva spiegato il suo avvocato Domenico Pepe, "potrà indicare cosa non ha funzionato".

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