Napolitano chiamato a testimoniare al processo Borsellino

Cronaca
Una panoramica del luogo della strage di via d'Amelio in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta in un'immagine d'archivio del 19 luglio 1992

Si è aperto a Caltanissetta il procedimento che riguarda un nuovo filone di inchiesta sulla strage di via D'Amelio, nella quale morirono il giudice e cinque agenti di scorta. A chiedere l'esame del capo di Stato gli avvocati di parte civile

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà ascoltato come testimone nel nuovo processo per la strage di via D'Amelio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta (LE FOTO). Il Borsellino Quater, questo il nome del procedimento che riguarda un nuovo filone di inchiesta aperto in seguito alle rivelazioni di Spatuzza, si è aperto oggi, 22 marzo, davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta.
I giudici siciliani, convocando il capo dello Stato, hanno dunque accolto la richiesta avanzata dall'avvocato Fabio Repici, legale di Salvatore Borsellino, il fratello del giudice, che si è costituito parte civile. Napolitano, però, come stabilito dalla Corte d'Assise, non potrà essere sentito sulle intercettazioni telefoniche registrate tra lui e l'ex presidente del Senato Nicola Mancino.
Per la morte del magistrato e degli uomini di scorta sono già stati condannati con
il rito abbreviato a 15, 10 e 12 anni Gaspare Spatuzza, Fabio Tranchina e Salvatore Candura.
Imputati i boss Vittorio Tutino, Salvo Madonia e Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino, i tre falsi pentiti autori del depistaggio costato l'ergastolo a sette innocenti. La Procura ha inoltre illustrato la sua lista testi che prevede l'esame di 300 tra pentiti, politici, investigatori e familiari delle vittime.

Napolitano chiamato a testimoniare - Secondo l'avvocato Fabio Repici, Napolitano, che all'epoca della strage era presidente della Camera, proprio per il suo ruolo "era un osservatore privilegiato di quanto avveniva nei palazzi del potere". Per questo, sostiene il legale di Salvatore Borsellino, il presidente della Repubblica va sentito anche sulla base di quanto il capo dello Stato ha scritto in una lettera alla figlia dell'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. "Il capo dello Stato - ha sottolineato l'avvocato - ha detto di avere accompagnato Scalfaro nei momenti decisivi nel tragico biennio delle stragi di mafia".
Il capo dello Stato, in sintesi, verrà sentito su quanto a sua eventuale conoscenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, sulla sostituzione alla guida del ministero dell'Interno, nel 92, di Vincenzo Scotti con Nicola Mancino e sulle difficoltà che incontrò in Parlamento, nel '92, la conversione del decreto legge sul carcere duro.

Il Borsellino quater  -
Sono diversi i nomi eccellenti fra politici, esponenti delle forze dell'ordine, uomini d'onore e collaboratori di giustizia di vecchio stampo, nella lista dei testi presentata dall'accusa nel nuovo processo, denominato Borsellino quater.
La Procura ha presentato una lista composta da circa 300 testimoni. Altri testi di rilievo sono Carlo Azeglio Ciampi, Luciano Violante e lo stesso Nicola Mancino. La Procura ha chiesto di ascoltare anche il Generale dei Carabinieri Mario Mori, Giuseppe De Donno e l'avvocato Gioacchino Genchi. Fra i collaboratori di giustizia spiccano i nomi di Giovanni Brusca, Gaspare Spatuzza, Antonino Giuffré ma anche Ciro Vara, Leonardo Messina. In aula saranno chiamati anche Totò Riina e Massimo Ciancimino.

"Con questo processo - ha dichiarato il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari - si vuole fare luce sulla strage di via D'Amelio. Borsellino venne ucciso per essersi opposto alla trattativa Stato-mafia e il progetto omicidiario subì un'accelerazione perché Borsellino si oppose. Sarà anche un processo impegnativo, che mira a svelare il giallo sull'agenda rossa che il magistrato teneva sempre con se'".

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