Lo dice uno studio del ministero della Salute. Per il ministro Balduzzi "non risulta nessun nesso tra lo smaltimento dei rifiuti e le malattie". Duro Ignazio Marino: "Non prende in esame centinaia di studi scientifici. Quel territorio è intossicato"
Di tumore si muore di più in Campania rispetto al resto d'Italia. Secondo la relazione finale del gruppo di lavoro del ministero della Salute sulla situazione epidemiologica delle province di Caserta e Napoli, con riferimento dell'incidenza della mortalità per malattie oncologiche, la mortalità per tumori maligni in Campania tra gli uomini è superiore ai valori dell'intera Italia, in particolare per il contributo delle province di Caserta (solo per gli uomini) e di Napoli (per entrambe i generi), con tassi particolarmente elevati per tumori di fegato, laringe, trachea-bronchi e polmone, prostata, vescica (nelle donne solo del fegato, della laringe e della vescica).
Balduzzi: "Non è provato nesso tra malattia e rifiuti" - Commentando i dati il ministro della salute Balduzzi ha affermato che "ad oggi dagli studi non risulta un nesso causale accertato fra lo smaltimento dei rifiuti e la ripercussione sulla salute, ma potenziali implicazioni sulla salute non possono essere esclusi". Balduzzi in conferenza stampa ha spiegato che "in questi mesi ci sono stati studi che si stanno approfondendo, quindi possiamo dire che non partiamo da zero. Credo che sia il momento di fare un salto di qualità, di avere una regia complessiva per poter fare un cambio di marcia - ha continuato il ministro -. Dobbiamo coordinare la regia di tutto ciò e condividere il quadro epidemiologico attraverso la creazione di una rete di discussione con medici e l'associazionismo così da poter avere un confronto con le istituzioni, solo così possiamo adottare un metodo. C'è qualcuno che pensa che ci sono studi chiusi nel cassetto, ma questo è un preconcetto: non ci sono altri dati".
Proposta task force - Il ministro ha poi proposto ufficialmente la creazione di una task force con la regione per attuare sei punti "in primis serve la raccolta di informazioni - ha dichiarato il ministro - poi è necessario promuovere corretti stili di vita, in seguito è necessaria la prevenzione primaria, poi il potenziamento la campagna di screening e del sistema di cure e, infine, percorsi diagnostici terapeutici". "Non si può inoltre ignorare - ha concluso il ministro - l'alta percezione del rischio che la popolazione residente presso i siti di smaltimento dei rifiuti avverte e quindi una risposta di sanità pubblica proporzionata al contesto è opportuna".
Ignazio Marino contesta il ministro: "Il territorio è intossicato" - Diversa invece l'opinione del senatore del Pd Ignazio Marino, secondo cui "sorprendono le parole del ministro Balduzzi che sembra non conoscere o almeno non prendere in considerazione le relazioni che centinaia di studi scientifici pongono tra una sostanza come la diossina e l'insorgenza di tumori". Il senatore democratico e' anche autore di un articolo scientifico sull'argomento pubblicato un anno fa sulla rivista Cancer Biology & Therapy insieme ad Antonio Giordano, Maddalena Barba ed altri autori dal titolo significativo: 'Wasting lives-vite sprecate'. "Decenni di mancato smaltimento dei rifiuti urbani e di deposito di rifiuti industriali e speciali particolarmente nocivi in discariche illegali, hanno contaminato il territorio producendo un disastro ambientale che si traduce in disastro sanitario. Napoli e la Campania sono state avvelenate per oltre un terzo di secolo con pesantissime conseguenze per i suoi abitanti così che oggi in questa regione si registra un aumento della mortalità del 9% tra gli uomini, del 12% tra le donne, un aumento anche dell'80% di tumori ai polmoni e allo stomaco, linfomi e malformazioni neonatali, mentre altre regioni italiane assistono ad una diminuzione di queste patologie. Bisogna passare dalle parole ai fatti, non abbiamo bisogno di altre indagini o di altri dati. Abbiamo elementi più che sufficienti per sapere fino a che punto il territorio della Campania è intossicato e fino a che punto è compromessa la salute di chi vi vive. Ora occorre con urgenza un piano concreto di prevenzione sanitaria e bonifica del territorio che consenta di tutelare seriamente la salute dei cittadini".
Balduzzi: "Non è provato nesso tra malattia e rifiuti" - Commentando i dati il ministro della salute Balduzzi ha affermato che "ad oggi dagli studi non risulta un nesso causale accertato fra lo smaltimento dei rifiuti e la ripercussione sulla salute, ma potenziali implicazioni sulla salute non possono essere esclusi". Balduzzi in conferenza stampa ha spiegato che "in questi mesi ci sono stati studi che si stanno approfondendo, quindi possiamo dire che non partiamo da zero. Credo che sia il momento di fare un salto di qualità, di avere una regia complessiva per poter fare un cambio di marcia - ha continuato il ministro -. Dobbiamo coordinare la regia di tutto ciò e condividere il quadro epidemiologico attraverso la creazione di una rete di discussione con medici e l'associazionismo così da poter avere un confronto con le istituzioni, solo così possiamo adottare un metodo. C'è qualcuno che pensa che ci sono studi chiusi nel cassetto, ma questo è un preconcetto: non ci sono altri dati".
Proposta task force - Il ministro ha poi proposto ufficialmente la creazione di una task force con la regione per attuare sei punti "in primis serve la raccolta di informazioni - ha dichiarato il ministro - poi è necessario promuovere corretti stili di vita, in seguito è necessaria la prevenzione primaria, poi il potenziamento la campagna di screening e del sistema di cure e, infine, percorsi diagnostici terapeutici". "Non si può inoltre ignorare - ha concluso il ministro - l'alta percezione del rischio che la popolazione residente presso i siti di smaltimento dei rifiuti avverte e quindi una risposta di sanità pubblica proporzionata al contesto è opportuna".
Ignazio Marino contesta il ministro: "Il territorio è intossicato" - Diversa invece l'opinione del senatore del Pd Ignazio Marino, secondo cui "sorprendono le parole del ministro Balduzzi che sembra non conoscere o almeno non prendere in considerazione le relazioni che centinaia di studi scientifici pongono tra una sostanza come la diossina e l'insorgenza di tumori". Il senatore democratico e' anche autore di un articolo scientifico sull'argomento pubblicato un anno fa sulla rivista Cancer Biology & Therapy insieme ad Antonio Giordano, Maddalena Barba ed altri autori dal titolo significativo: 'Wasting lives-vite sprecate'. "Decenni di mancato smaltimento dei rifiuti urbani e di deposito di rifiuti industriali e speciali particolarmente nocivi in discariche illegali, hanno contaminato il territorio producendo un disastro ambientale che si traduce in disastro sanitario. Napoli e la Campania sono state avvelenate per oltre un terzo di secolo con pesantissime conseguenze per i suoi abitanti così che oggi in questa regione si registra un aumento della mortalità del 9% tra gli uomini, del 12% tra le donne, un aumento anche dell'80% di tumori ai polmoni e allo stomaco, linfomi e malformazioni neonatali, mentre altre regioni italiane assistono ad una diminuzione di queste patologie. Bisogna passare dalle parole ai fatti, non abbiamo bisogno di altre indagini o di altri dati. Abbiamo elementi più che sufficienti per sapere fino a che punto il territorio della Campania è intossicato e fino a che punto è compromessa la salute di chi vi vive. Ora occorre con urgenza un piano concreto di prevenzione sanitaria e bonifica del territorio che consenta di tutelare seriamente la salute dei cittadini".