Lombardia, arrestato assessore: pagò la 'ndrangheta

Cronaca

Domenico Zambetti, assessore alla Casa, è finito in manette per voto di scambio. Avrebbe comprato da esponenti delle cosche un pacchetto di preferenze per la sua elezione nel 2010. La Lega Nord avverte: "Azzeramento della giunta o dimissioni"

Nuovo scandalo in Regione Lombardia. Domenico Zambetti, assessore alla Casa della giunta di Roberto Formigoni, è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. Avrebbe pagato 200mila euro a due esponenti della 'ndrangheta in cambio di 4.000 preferenze utili alla sua elezione nelle Regionali 2010. L'assessore avrebbe anche fatto assumere la figlia di un presunto boss all'Aler. "Zambetti - hanno detto i pm titolari dell'inchiesta - era diventato patrimonio dell'organizzazione criminale".
In tutto sono state arrestate venti persone tra cui Ambrogio Crespi, fratello dell'ex sondaggista Luigi Crespi. Un'operazione che, secondo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, testimonia un "patto criminale tra un rappresentante delle Istituzioni e un gruppo della criminalità organizzata mafiosa" (video), ma che testimonierebbe anche la saldatura tra due delle cosche più potenti della 'ndrangheta.

Al Pirellone sale così a 14 il numero di esponenti politici - fra Giunta e Consiglio - indagati dal 2010, inizio della legislatura. Tra questi anche sul presidente Roberto Formigoni, accusato di corruzione aggravata nella inchiesta sulla Fondazione Maugeri.
E la nuova inchiesta non sembra priva di conseguenze politiche: "O si azzera la giunta o si va al voto" chiede la Lega Nord.

Secondo gli inquirenti, inoltre, anche le elezioni comunali del 2011 a Milano sarebbero state inquinate. Tra gli indagati c'è infatti anche Vincenzo Giudice, il padre di Sara Giudice, la cosiddetta anti-Minetti candidata per Fli al consiglio comunale. Giudice risulta indagato per aver accettato voti per la figlia, promettendo di favorire esponenti del clan su appalti.

Gli aggiornamenti

Ore 21.20 Lega: probabile voto in Aprile
- I consiglieri e assessori della Lega Nord in Regione Lombardia hanno consegnato le proprie dimissioni al partito e domani 11 ottobre Roberto Maroni e Matteo Salvini andranno dal governatore Roberto Formigoni "lasciandogli la scelta se fare un passo indietro o a lato", con "l'alternativa dell'azzeramento della giunta" o del voto anticipato. Lo ha riferito il segretario regionale Matteo Salvini al termine della riunione dei consiglieri leghisti aggiungendo che, in ogni caso, "probabilmente in Lombardia si andrà a votare in aprile". "Purtroppo - ha continuato Salvini - la Regione Lombardia non arriverà a fine mandato", una regione "che numeri alla mano rivendichiamo essere la meglio amministrata d'Italia". Però, ha detto Salvini, "un conto la buona amministrazione, un conto l'infiltrazione criminale che ha portato qualcuno ad essere eletto: noi con la 'Ndrangheta non vogliamo niente a che fare".

ore 20.35 Desiderati (Lega): "Staccare la spina" -
Un appello a far cadere la giunta Formigoni arriva dal deputato leghista Marco Desiderati: "Leggendo della notizia dell'arresto dell'ex assessore lombardo Zambetti per aver comprato voti dalla 'ndrangheta mi viene spontaneo pensare che la nostra avventura in Regione Lombardia debba considerarsi oggettivamente finita. Non so come si possa stare ancora li' con mezza giunta arrestata o sotto indagine, non so come potremo presentarci agli elettori senza aver dato un taglio netto con questi politici e questa politica del malaffare." E aggiunge  "Stacchiamo la spina alla regione Lombardia e completiamo l'azione di pulizia che Š stata intrapresa e non completata".

ore 19.19  Al via l'incontro della Lega
- "La Lega è assolutamente serena, a testa alta, una decisione esce, non siamo qui a parlare del Milan". A dirlo è il segretario della Lega lombarda, Matteo Salvini, arrivando al Pirellone per l'incontro con il gruppo regionale del Carroccio. Il vertice, che decidera' sul futuro della Giunta Formigoni, e' stato convocato oggi dopo l'arresto per concorso esterno in associazione mafiosa dell'assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti.

ore 18.43 Sit in contro Formigoni -
Un centinaio di persone si è raccolto a Palazzo Lombardia per chiedere le dimissioni del Governatore Roberto Formigoni. La manifestazione erano presenti diversi consiglieri regionali oltre ai capigruppo di Pd, Idv e Sel.

ore 18.08 "Expo, Zambetti ce lo abbiamo in pugno" -
La promessa fatta dall'assessore
Domenico Zambetti di intervenire per favorire le cosche della 'ndrangheta nell'ottenimento degli appalti pubblici, avrebbe riguardato anche i lavori per l'Expo 2015. La circostanza emerge dall'ordinanza del gip di Milano, nella quale sono riportate una serie di intercettazioni. "Zambetti ce lo abbiamo in pugno", dice Eugenio Costantino, uno degli uomini che avrebbe agito secondo i pm per conto delle cosche, e poi aggiunge: "lui ci può aiutare e l guadagniamo tutti noi".

ore 17.14 Zambetti pagò 50 euro a voto -
Cinquanta euro a voto che, moltiplicati per quelli ottenuti tra Milano città e la provincia, fanno 200 mila euro pagati alle cosche della 'Ndrangheta. E' l'accusa che i pm muovono all'assessore regionale Domenico Zambetti, arrestato per voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa. Il gip nell'ordinanza di custodia cautelare ha indicato anche la spartizione avvenuta tra le cosche per la raccolta dei voti a favore di Zambetti.

ore 17.10 Formigoni: "O abbaglio o traditi da Zambetti" - L'arresto dell'assessore Domenico Zambetti ha tenuto banco alla riunione della Giunta lombarda, al termine della quale il presidente Roberto Formigoni si sarebbe sfogato. Secondo alcuni dei partecipanti, avrebbe detto "o siamo di fronte a un clamoroso abbaglio della magistratura oppure Zambetti ha tradito me e tradito tutti voi".

ore 17.03 Sara Giudice: "Qualcuno ha voluto incastrarmi" - "Si tratta di un complotto, qualcuno aveva tutto l'interesse nel farmi incastrare" ha detto l'ex consigliere di zona del Pdl Sara Giudice, che nel 2010 lasciò il partito per protesta contro la candidatura di Nicole Minetti, replicando alle notizie secondo le quali la 'ndrangheta si sarebbe offerta di garantirle voti alle elezioni regionali. Sara Giudice ha aggiunto che per "portare avanti una battaglia per il merito e per la pulizia" è andata contro "quello che allora era l'uomo più potente in Italia, Silvio Berlusconi, e questo ha dato fastidio a molti". "In Italia chiunque cerca di fare qualcosa di pulito e onesto viene travolto - ha concluso - io andrò avanti per la mia strada".

ore 15.50 Gdf nella sede della Regione Piemonte - La Guardia di Finanza è andata nella sede della Regione Piemonte per acquisire, su delega della Corte dei Conti, la documentazione relativa alla gara d'appalto per la realizzazione del nuovo palazzo della Regione. Si vuole approfondire tutto ciò che riguarda l'affidamento della progettazione della sede all'architetto Massimiliano Fuksas.

ore 15.30 Gdf in Regione: 3 indagati per truffa e peculato -
Il blitz della Guardia di Finanza  in Consiglio regionale lombardo è stato disposto nell'ambito di un'indagine sui costi della politica avviata dalla Procura di Milano che vede indagati gli ex assessori Massimo Buscemi e Franco Nicoli Cristiani e l'ex presidente  del Consiglio regionale Davide Boni per peculato e truffa aggravata. Lo riferiscono fonti giudiziarie, precisando che questo nuovo filone di inchiesta nasce dalle indagini di inizio anno in cui Davide Boni e Nicoli Cristiani sono già indagati per corruzione. La nuova inchiesta riguarda, tra l'altro, spese di rappresentanza e comunicazione, viaggi, pranzi e cene sostenuti dai gruppi consiliari Pdl e Lega tra il 2008 e 2012. Le fonti hanno riferito anche di un esposto relativo a Buscemi.

ore 15 Salvini (Lega): "Stasera decidiamo, non siamo stampella" -
"La Lega è nata per combattere mafia, camorra e 'ndrangheta e Maroni come ministero dell'Interno ha avuto grandi risultato. Un conto è discutere della sanità e Daccò, un conto è sentire puzza di 'ndrangheta in Regione Lombardia. Stasera ci troveremo con gli uomini della Lega in Regione per fare il punto. Siamo fondamentali per Formigoni ma non facciamo da stampella a nessuno" afferma  Matteo Salvini (Lega Nord) a Tgcom24.

ore 14.50 Gip:  tra i favori di Zambetti agli uomini della 'ndrangheta anche un contratto da parrucchiera - Tra i vari favori promessi agli uomini della 'ndrangheta dall'assessore regionale lombardo, Domenico Zambetti, arrestato a Milano, c'è anche l'interessamento per "il rinnovo del contratto di parrucchiera per la sorella" di Eugenio Costantino, presunto affiliato, e "l'assegnazione di una casa Aler in favore della sua amante". Zambetti nell'ordinanza del gip Santangelo viene anche indicato con l'alias "Mimmo", proprio come i presunti 'ndranghetisti che a fianco al nome hanno un nomignolo.

ore 14.35 Arrestato: "Se Zambetti non pagava lo facevamo saltare in aria" -
In una conversazione intercettata, alcuni esponenti delle cosche calabresi, riferendosi all'assessore regionale Domenico Zambetti, affermano: "Hai visto quel 'pisciaturu' (uomo di poco conto, ndr) di Zambetti, come ha pagato.... Eh.... lo facevamo saltare in aria.... Ciru'.... eh, tu l'avevi letta la lettera che gli hanno mandato?". A parlare è Eugenio Costantino che pone la domanda a Ciro Simonte (entrambi sono finiti in manette), il quale risponde: "Sì... il pizzino!".

ore 14.25 Il presunto boss: "Tante cose buone alla famiglia"
- Sempre nella telefonata intercettata il 15 marzo 2011, "è emblematica", secondo il gip, "non solo per il suo contenuto, ma anche e soprattutto per il tono usato dagli interlocutori: D'Agostino usa, infatti, toni decisi e autorevoli, nei quali e' possibile scorgere una sottintesa quanto velata minaccia". D'Agostino si interessa dello stato di salute dell'assessore e "gli raccomanda 'bisogna fare attenzione ...' ed aggiunge, dopo una lunga e significativa pausa 'con il mangiare ..."'. Da parte del politico, spiega il gip, "il tono di voce" è "spaventato e rassegnato". Poi D'Agostino prosegue dicendo: "ehh mi permetto di dirle solo ... di ricordarle la faccenda della figlia ... del nostro amico ... ah", riferendosi alla "questione relativa all'assunzione della figlia di Eugenio Costantino", arrestato, che l'assessore si era impegnato a fare. La telefonata, secondo il gip, ottiene "il suo scopo". Il politico risponde al presunto boss: "Ok, tranquillo che lo faro"'. E D'Agostino: "Tante, tante buone cose lei e la famiglia, stia tranquillissimo su tutto, stia bene".

ore 14.05 Le minacce per telefono -
"Bisogna fare attenzione... con il mangiare". Con queste parole, intercettate dagli investigatori nella nuova inchiesta milanese con al centro la 'ndrangheta e la politica, il presunto 'ndranghetista Giuseppe D'Agostino minacciò l'assessore lombardo Domenico Zambetti, finito oggi in carcere. La telefonata è riportata nell'ordinanza del gip Alessandro Santangelo. Dopo questa frase, scrive il giudice, il politico "risulta chiaramente spaventato e rassegnato".

ore 13.56 "La 'ndrangheta ricattava Zambetti" -
Domenico Zambetti ha subito anche veri e propri ricatti da parte delle cosche della 'ndrangheta a cui si era rivolto per avere voti. In particolare è stato Eugenio Costantino (arrestato, ndr) a esternare con Domenico Zambetti "a più riprese, proprio per convincere quest'ultimo a mantenere gli impegni assunti (soldi e favori, ndr) la sua intenzione di usare come armi di ricatto verso l'esponente politico, foto compromettenti scattate appositamente, che lo ritraevano in atteggiamenti confidenziali con Giuseppe D'Agostino, ovvero cassette che contenevano la registrazione di alcuni incontri tra gli stessi Costantino, D'Agostino e Zambetti". E' uno dei passaggi dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alessandro Santangelo.

ore 13.40 Il gip: "Contiguità mafiose dell'assessore" -
L'assessore regionale lombardo Domenico Zambetti, arrestato oggi, risulta, come Ambrogio Crespi e il medico Scalambra, "avere rapporti forti e risalenti nel tempo con la criminalità organizzata calabrese". Lo scrive il gip di Milano Alessandro Santangelo parlando della "contiguità mafiosa" dell'assessore e della sua "conseguente disponibilità all'illecito" nel suo ruolo politico.

ore 13.18 "Al Nord saldatura tra due cosche potenti della 'ndrangheta" -
L'indagine che questa mattina ha portato all'arresto di una ventina di persone tra le quali l'assessore lombardo Domenico Zambetti, ha fatto emergere una grave saldatura, al Nord, di due cosche tra le più potenti della 'ndrangheta: i Mancuso della provincia di Vibo Valenzia e i Morabito-Palamara Bruzzaniti di Africo Nuovo. E' quanto hanno sottolineato in mattinata il sostituto procuratore Giuseppe D'Amico, che coordina l'indagine, e il colonnello dei carabinieri Salvatore Luongo. Si tratta di gruppi che, in Lombardia, hanno comportamenti 'tipici' e si muovono a suon di estorsioni, usura, minacce e sequestri lampo e che hanno saputo anche crearsi contatti a livello istituzionale e politico, in quella 'zona grigia' fatta anche da molti professionisti che le inchieste condotte al Nord cercano di smantellare.

ore 12.54 Boccassini: "Imprenditori si rivolgono a mafia per recupero crediti" -
Alcuni imprenditori lombardi si sono rivolti alla 'ndrangheta per i recupero crediti. E' quanto emerge nell'inchiesta. "Il fatto che gli imprenditori scelgano la strada più facile, quella dell'illegalità, al posto di rivolgersi allo Stato, in un momento di grave crisi, è un dato inaccettabile", ha dichiarato il  procuratore aggiunto Ilda Boccassini (VIDEO). Anche in questo caso, ha aggiunto il magistrato "non è stata registrata nessuna denuncia".

ore 12.50 Barbacetto: “In Lombardia classe politica corrotta” -
Gianni Barbacetto del Fatto Quotidiano a SkyTG24: “Non dobbiamo stupirci che arrivi la ‘ndrangheta in Lombardia. C’è una classe politica corrotta e una classe imprenditoria debole” (GUARDA IL VIDEO).

ore 12.44  Boccassini: patto mafia-politica -
L'operazione testimonia un "patto criminale tra un rappresentante delle Istituzioni e un gruppo della criminalità organizzata mafiosa".

ore 12.40 'Ndrangheta avvicinò candidato Tizzoni che respinse l'offerta -
La 'Ndrangheta, in occasione delle elezioni comunali dello scorso anno, ha avvicinato più di un candidato. Tra questi figura anche Marco Tizzoni, in lista per il Comune di Rho, alle porte di Milano, il quale però rifiutò 'l'aiuto'. E' quanto emerge nell'indagine che ha portato ad una ventina di arresti tra i quali quello dell'assessore  regionale lombardo Domenico Zambetti.

ore 12.38 La figlia del presunto boss assunta all'Aler -
L'assessore lombardo Domenico Zambetti avrebbe fatto assumere la figlia di Eugenio Costantino, presunto 'ndranghetista, in cambio dei voti della cosca. E' quanto hanno spiegato i pm nel corso della conferenza stampa. La figlia del presunto boss sarebbe stata assunta all'Aler e il politico si sarebbe speso anche per favori alla mafia calabrese su alcuni appalti.

ore 12.25 Boccassini: "Democrazia violata" -
"E' un fatto che la 'ndrangheta può inquinare la vita politica in Lombardia. L'inchiesta ha dimostrato la capacità di incidere sulla democrazia del Paese e sulla libertà di voto" da parte della 'Ndrangheta. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. Zambetti, ha aggiunto il magistrato, era diventato "patrimonio di tutta l'organizzazione criminale".

ore 12.20 I pm: "Inquinate anche le elezioni comunali di Milano nel 2011" -
La 'ndrangheta avrebbe inquinato anche le elezioni comunali milanesi del 2011. E' quanto è emerso dalla conferenza stampa in procura, dove si è parlato di Vincenzo Giudice, il padre di Sara Giudice, la cosiddetta anti-Minetti, che risulta indagato per aver accettato voti per la figlia, promettendo di favorire esponenti del clan su appalti.

ore 12.05 Il pm: "Zambetti si è messo a disposizione della 'ndrangheta" -
L'assessore Zambetti "si è messo a disposizione della 'ndrangheta". Lo ha sostenuto, nel corso di una conferenza stampa alla procura di Milano, il Pm titolare dell'inchiesta Giuseppe D'Amico secondo il quale "oltre al patto per i voti", l'esponente politico "avrebbe messo a disposizione appalti controllati dalla regione".

ore 12 Costi della politica, Finanza in Consiglio regionale -
Militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo acquisizioni di atti negli uffici del Consiglio regionale della Lombardia. L'attività sarebbe legata ad accertamenti sulle spese dei gruppi regionali. Le Fiamme gialle sarebbero andate via dal Pirellone con trolley e borsoni carichi di documenti.
Intanto nel Lazio, il capogruppo dell'Idv in Regione è stato indagato per peculato. Si sarebbe appropriato di 700mila euro destinati al partito in due anni. Anche nelle Marche la procura ha avviato un'indagine conoscitiva sulle spese dei gruppi consiliari e dei consiglieri, a partire dal 2008.

ore 11.55 Pisapia: Formigoni? Ora basta -
"Dopo quest'ultimo fatto non si può più andare avanti così": è la risposta del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, alle domande dei cronisti sull'opportunità che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, si dimetta dopo l'arresto di Domenico Zambetti.

ore 11.15 Le cosche avrebbero offerto i voti anche a Sara Giudice -
Gli uomini della 'ndrangheta avrebbero contattato per le elezioni del 2010 anche Sara Giudice, la cosiddetta anti-Minetti, che contestò la candidatura nel "listino" dell'igienista dentale. Secondo quanto si è appreso gli uomini della 'ndrangheta si sarebbero presentati come un gruppo di imprenditori. "Sara sta piangendo da questa mattina, da quando è iniziata a circolare la notizia e io sto impazzendo perché le assicuro che non conosco nessuno dei nomi che stanno circolando". Così Vincenzo Giudice, padre di Sara Giudice: ''Dicono - spiega il padre - che Sara era inconsapevole ma posso assicurare che anche io ero inconsapevole. Quei personaggi di cui si parla io non li ho mai conosciuti e non li ho mai visti". Poi ricorda: "Sara si è presentata con la lista 'Milano-merita' ma non avevamo i soldi per fare la campagna elettorale. L'hanno aiutata i suoi amici e le persone a lei vicine. Andavano ad attaccare i manifesti e a distribuire un po' di pubblicità. Abbiamo fatto una campagna elettorale con quattro soldi".

ore 10.37 Formigoni: dimissioni? Le accuse riguardano Zambetti -
Il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni non prende in considerazione l'ipotesi di lasciare la presidenza della Lombardia. Alle domande dei cronisti, a margine di un evento a Milano, su sue possibili dimissioni, il governatore ha risposto: "L'accusa è estremamente grave, riguarda l'assessore Zambetti che è già stato sollevato dal suo incarico" (VIDEO). E su Twitter annuncia la revoca delle deleghe dell'assessore.



ore 10.30 Il Pd chiede le dimissioni di Formigoni -
Il Pd in Lombardia chiede le dimissioni di Roberto Formigoni e annuncia che non parteciperà ai lavori delle Commissioni previsti per martedì 10.



ore 10.18 Salvini (Lega): "Attendiamo notizie precise sull'arresto" -
Matteo Salvini della Lega Nord su Facebook: "La Lega è nata per combattere mostri come la 'ndrangheta. Maroni è stato nei fatti il miglior ministro anti-mafia di sempre, la Lombardia ha sempre reagito e lo farà anche ora. Attendiamo notizie precise sull´arresto e sui legami di Zambetti, abbiamo disdetto gli incontri programmati per oggi e ci troviamo stasera coi nostri consiglieri e assessori per decidere. A testa alta, come sempre, da Leghista".

ore 10 Concorso esterno dal 2009 -
A Domenico Zambetti viene contestato di essere stato concorrente esterno nell'associazione mafiosa calabrese dal 2009 sino ad oggi. E' quanto si evince dalla nota firmata dalla Procura di Milano che ha confermato i 20 arresti di stamani. Diciotto persone sono finite in carcere, 2 ai domiciliari e per altre 2 l'obbligo di dimora.

ore 9.50 I clan coinvolti - Zambetti avrebbe pagato 200 mila euro per ottenere da esponenti della 'ndrangheta, in particolare dei clan Mancuso e Morabito, e anche attraverso l'appoggio di quello dei Barbaro-Papalia, un pacchetto di 4 mila voti utili per la sua elezione alle ultime regionali. Sarebbero Giuseppe D'Agostino e Costantino Eugenio le due persone che avrebbero agito per conto dei clan per far avere i voti al politico. Anche Ambrogio Crespi (a lui viene contestato il concorso esterno in associazione mafiosa), secondo l'accusa, si sarebbe occupato di raccogliere i voti. Nell'ambito dell'inchiesta sono state disposte intercettazioni, anche ambientali, e una microspia avrebbe captato una conversazione tra D'Agostino e Eugenio che avrebbe accertato il pagamento dell'ultima tranche di 30 mila euro (sui 200 mila complessivi) da parte del politico, dopo un incontro in un ufficio di una sua associazione.

ore 9.50 Franceschini: geniale l'idea di reintrodurre le preferenze -
Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, commentando la notizia su Twitter, ironizza sull'ipotesi di reintrodurre le preferenze nella nuova legge elettorale.



ore 9.26 Cavalli: "L'amico della gente che mi ha rovinato la vita" -
Tra le prime reazioni politiche quella di Giulio Cavalli, consigliere lombardo Sel e attore e autore teatrale, minacciato dalla 'ndrangheta per il suo impegno antimafia. Così ha commentato su Twitter gli arresti.



ore 9.20 Zambetti accusato anche di concorso esterno -
Nei confronti dell'assessore lombardo, Domenico Zambetti è stato ipotizzato anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Dalle indagini è emerso che l'assessore avrebbe pagato 50 euro per ogni voto garantitogli dai due esponenti della 'ndrangheta.

ore 9.10 Una ventina di arrestati -
Tra gli arrestati dell'operazione che ha portato in carcere stamani l'assessore regionale lombardo Domenico Zambetti c'è anche Ambrogio Crespi, fratello dell'ex sondaggista Luigi Crespi. Complessivamente nell'ambito dell'inchiesta sono finite in carcere una ventina di persone. Al centro l'accusa di voto di scambio.

ore 8.45 Incastrato dalle intercettazioni -
A suo carico ci sarebbero intercettazioni telefoniche che documentano le fasi del pagamento. L'arresto è stato chiesto dal pm della Dda Giuseppe D'Amico ed è stato disposto dal gip Alessandro Santangelo.

ore 8.30 L'arresto -
L'assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di aver comprato un pacchetto di preferenze per la sua elezione nelle Regionali 2010 da due esponenti della 'ndrangheta.

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