Trattativa Stato-Mafia, Procura chiede 12 rinvii a giudizio

Cronaca
L'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, indagato per falsa testimonianza

Tra gli indagati l'ex presidente del Senato Nicola Mancino (solo per falsa testimonianza), l'ex ministro Calogero Mannino, alcuni capi mafia, ufficiali dell'Arma e Ciancimino Junior. Messineo vista la richiesta senza firmarla

I pm di Palermo hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio dei 12 indagati per la trattativa Stato-mafia, tra i quali l'ex ministro dell'Interno ed ex presidente del Csm, Nicola Mancino.  Nicola Mancino, l'ex ministro Calogero Mannino, il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri, i capimafia corleonesi Totò Riina e Bernardo Provenzano, i generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni e Massimo Ciancimino.

Il procuratore Messineo avrebbe vistato la richiesta che sarà trasmessa al gip nelle prossime ore senza firmarla. La richiesta non è stata ancora formalmente inoltrata al Gip ma è stata solo oggetto di una riunione tra i magistrati della Procura, nel corso della quale è stata predisposto l'atto da depositare nell'ufficio dei Gip. Il documento è stato firmato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Lia Sava.

Il reato ipotizzato è quello di "attentato a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato" per tutti gli indagati, con la sola eccezione di Mancino, nei cui confronti l'accusa è soltanto di falsa testimonianza, per le dichiarazioni da lui rese sulla trattativa nel corso del processo per favoreggiamento aggravato di Cosa nostra a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, in relazione alla mancata cattura di Bernardo Provenzano nei primi anni '90.

"Preferisco farmi giudicare da un giudice terzo. Dimostrerò la mia estraneità ai fatti addebitatimi ritenuti falsa testimonianza, e la mia fedeltà allo Stato" ha commentato Nicola Mancino.

"Questa richiesta di rinvio a giudizio è un capriccio di Ingroia - dice invece Calogero Mannino - capovolge la mia posizione: da minacciato prolungatamente dall'incombenza di un attentato mafioso, ad accusato. Insomma, da vittima vengo trasformato da Ingroia in ben altro".

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