Gabrielli: bonifiche in Emilia o rischi seri in autunno

Cronaca
Emilia, tende della Protezione civile a Crevalcore (Bologna) - Foto del 30 giugno 2012
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"Bisogna mettere mano nelle aree colpite dal sisma per evitare conseguenze" dice il capo della Protezione civile. Nel 2011 le vittime delle alluvioni sono state 47. E aggiunge: "Un Paese civile non si può permettere questi numeri e drammi"

"Sottoscrivo al 99,9% quanto richiesto dall'assemblea dell'Anbi", l'associazione nazionale  bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari. E' quanto dichiara il capo dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, intervenuto a Roma all'Assemblea nazionale dei consorzi di  bonifica, sottolineando che per quanto riguarda in particolare le zone dell'Emilia colpite dal recente terremoto, "se non si metterà mano in tempo a riparare questo sistema, in autunno potremmo avere conseguenze in quelle aree".

Sisma, oltre 10mila gli assistiti - Tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, sono ad oggi 10.682 le persone assistite dopo il sisma dalla Protezione civile nei campi di accoglienza, nelle strutture al coperto (scuole, palestre e caserme) e negli alberghi convenzionati.
In Emilia-Romagna gli assistiti sono 10.428, di cui 7.768 nei campi tenda, 412 nelle strutture al coperto e 2.248 in alberghi. In Lombardia sono assistite 237 persone, ospitate nel campo attivo nel Mantovano. In Veneto risultano ancora assistite in albergo 17 persone, (Lo speciale).

47 le vittime delle alluvioni del 2011 - Gabrielli ricorda inoltre che "le alluvioni dello scorso anno ci hanno consegnato 47 vittime: un Paese civile non si può permettere questi numeri e drammi. Ci vuole un armonioso rapporto tra unità di prevenzione strutturale, svolto dalle bonifiche, con la Protezione civile. Anche nel recente sisma dell'Emilia si è parlato di 27  vittime, di aziende danneggiate, di impianti persi e di un sistema di bonifica gravemente compromesso". In tal senso, spiega, "il rischio idrogeologico e le crisi idriche sono due temi di Protezione civile nei quali ci siamo trovati alleati con l'Anbi".

Riforma della Protezione civile  - Il capo dipartimento sottolinea poi che "il sistema della  Protezione civile in questi anni è stato lo strumento più usato in maniera bipartisan, salvo poi con un po' ipocrisia prenderne le distanze. Siamo consapevoli che c'è un modello di Protezione civile che non è più figlio dei nostri tempi e che occorre un modello meno  esodante. La legge di riforma, che mercoledì 11 luglio il governo ha approvato in via definitiva, prevede, tra l'altro, che la Protezione civile gestisca prevalentemente l'emergenza e non più i grandi eventi. La protezione civile torna all'originaria vocazione di struttura per l'intervento di emergenza.

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