Penati e il “sistema-Sesto”, i pm: “Quadro impressionante”

Cronaca
L'ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (Fotogramma)
SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

Lo scrivono i giudici di Monza negli atti dell’inchiesta, appena conclusa, che vede tra i 23 indagati anche l’ex presidente della Provincia di Milano: “Una rete parallela occulta di illeciti”. L’ex Pd ai giudici: “Mai chiesto o ricevuto tangenti”

L'inchiesta sul cosiddetto sistema Sesto "delinea un quadro impressionante (per continuità temporale ultradecennale, per rilevanze delle somme promesse pagate, per l'imponenza delle operazioni economiche sottostanti, per ambiti di riferimento e numero di persone coinvolte) di accordi, progetti e pagamenti illeciti tale da configurare una rete parallela occulta tra politica ed imprenditoria nella gestione dello sviluppo edilizio del territorio e nella distribuzione dei trasporti pubblici intercomunali". Lo scrivono i pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, in una serie di richieste di autorizzazione alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, richieste ora agli atti dei filoni di indagini appena chiusi relativi all'inchiesta per presunte tangenti sulle aree ex Falck e Marelli. Tra i ventitré indagati, tra cui una società, c'è l'ex sindaco di Sesto ed ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati.
Proprio quest’ultimo, sempre da quanto emerge dagli atti dell’inchiesta (pubblicati anche sul quotidiano Repubblica), avrebbe tentato di inquinare le indagini insieme ad alcuni suoi collaboratori.

I pm: "Verosimile esistenza di accordi illeciti" - In una richiesta di proroga di intercettazioni i pm scrivono che “circa un anno fa quando erano ancora in atto decisioni sulle aree edificabili sui terreni una volta occupati dalla Falck e dalla Marelli sono state intercettate conversazioni che hanno confermato (...) la verosimile esistenza di accordi illeciti".
Nell'atto la Procura cita ogni informativa della polizia giudiziaria "dalla quale si evince la programmazione di un incontro riservato tra l'imprenditore Giuseppe Pasini e il consigliere presso il comune di Sesto San Giovanni Antonio Lamiranda nonché la telefonata tra Giordano Vimercati (ex braccio destro di Filippo Penati, ndr) e Marco Bertoli (ex direttore generale del comune, ndr), telefonate entrambe chiaramente inerenti ai rapporti intrattenuti in relazione ai progetti" di edificabilità sulle aree "in una delle quali si dà conto dell'esistenza di 'diplomazie segrete' ".
In un'altra richiesta di proroga delle intercettazioni datata 3 giugno dell'anno scorso si parla di "condizione di sudditanza e dipendenza economica di Pasini" durante "la fase calda della gestione del piano Marelli" e, tra l'altro, della "spregiudicatezza operativa delle cooperative e di Degli Esposti (vicepresidente del Ccc, ndr) nella acquisizione di lavori". 

Penati ai pm: "Mai preso tangenti" - "Non ho mai chiesto o ricevuto tangenti né sono a conoscenza di fatti illeciti riguardanti la compravendita delle azioni della Milano-Serravalle". È quanto afferma l'ex presidente della Provincia di Milano ed ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, Filippo Penati, durante l'interrogatorio dello scorso 9 ottobre davanti ai pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia. Anche il verbale è stato depositato tra gli atti dei filoni dell'indagine appena chiusi in vista della richiesta di rinvio a giudizio dello stesso Penati e di altre ventuno persone e di una società, la Codelfa, del gruppo Gavio. Le azioni acquistate nella primavera del 2005 da parte della Provincia di Milano, sotto l'era Penati, si ritiene fossero state pagate ad un prezzo non congruo, cioè superiore al valore di mercato. Dietro questa operazione la Procura sospetta un versamento di una maxitangente. Su questo capitolo però le indagini sono ancora aperte.

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