Dopo l'apertura dell'indagine che vede coinvolte 5 guardie municipali accusate di aver intascato mazzette da negozianti del centro storico, il sindaco della capitale incontra il procuratore Capaldo: "La stragrande maggioranza è composta da persone oneste"
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"Non ci sono novità specifiche". E' questo il primo commento del sindaco di Roma Gianni Alemanno, dopo i venti minuti di colloquio con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo in merito all'inchiesta che vede coinvolti cinque vigili urbani della capitale per una storia di concussione, su un presunto giro di tangenti in centro storico.
L'incontro in procura era stato programmato dal sindaco anche per cercare di capire la gravità del caso e prendere eventuali provvedimenti.
Per tutta la giornata di martedì 28 febbraio, infatti, si erano accavallate voci, poi smentite, di dimissioni imminenti per il comandante dei vigili Giuliani.
"Quello che adesso deve essere sviluppato con la massima forza - ha proseguito il sindaco di Roma - è una reazione a qualsiasi situazione che possa essere non chiara insieme con la stragrande maggioranza del corpo della polizia municipale, che è fatta da persone pulite e a posto". "Bisogna combattere - ha concluso Alemanno prima di lasciare piazzale Clodio - contro qualsiasi forma di non trasparenza e non correttezza come quella che è stata evidenziata da questa indagine".
L'inchiesta: tangenti imposte ai commercianti - In giornata intanto è stato ascoltato in procura anche il comandante del Primo Gruppo della Polizia Municipale, Stefano Napoli.
L'inchiesta è partita da una denuncia del commerciante Paolo Bernabei, titolare di alcuni locali nella zona della movida di Trastevere. Tra le vittime delle estorsioni dei vigili ci sarebbe inoltre il proprietario di un appartamento in via Natale de Grande, che avrebbe versato una tangente da 12mila euro per alcuni lavori abusivi. In questa fase il lavoro degli inquirenti punta a stabilire se anche altri commercianti, o imprenditori, così come ipotizzato nella denuncia, siano stati vittime delle illecite richieste di danaro da parte degli indagati.
Non solo, i militari dovranno controllare anche i movimenti bancari di questi ultimi per cercare riscontri sul denaro estorto a Bernabei ed, eventualmente, ad altre persone.
L'ombra del racket - E l'inchiesta rischia di allargarsi: potrebbe spuntare l'ombra del racket. I pm avvieranno accertamenti per capire le ragioni del trasferimento di una trentina di agenti, appartenenti sempre allo stesso gruppo. In particolare chi indaga vuole accertare se tale iniziativa sia collegabile, come paventato oggi da alcuni quotidiani, a condotte di tipo illecito. L'episodio denunciato, nello scorso giugno, da Bernabei, la cui società sponsorizza il circolo sportivo dei vigili, è relativo a richieste per 60 mila euro, parte dei quali, circa 30 mila, consegnati a fronte del minacciato pericolo di denunciare all'autorità giudiziaria un abuso edilizio compiuto all'interno di un magazzino in via della Luce: una veranda trasformata in stanza d'ufficio. Per questo episodio il titolare del magazzino è indagato per abuso edilizio. E nel registro degli indagati, per un'ipotesi di falso, è finito anche un geometra che ha curato le modifiche apportate al magazzino.
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