Dramma al Giglio, morti e dispersi. Il pm: manovra maldestra

Cronaca

Decine di feriti. Fermato il comandante della Concordia: tra le accuse contestate omicidio colposo plurimo e abbandono della nave. I passeggeri accusano: equipaggio poco organizzato. VIDEO E FOTO

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FOTO: Le prime foto della nave naufragata - La notizia fa il giro del mondo - I naufraghi della Costa Concordia - Le testimonianze sul web - Lo squarcio di 70 metri - Il Gigante dei mari prima e dopo

VIDEO: I soccorsi visti dall'alto- Il racconto dei testimoni - Il direttore di Costa Crociere: "Difficile dire cosa sia successo"

APPROFONDIMENTI
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(In fondo all'articolo tutti i video sul naufragio)

Un boato e poi il buio. Le urla dei bambini indifesi e le note del pianista che continua a suonare, prima di buttarsi in mare preso dal panico. "E' stato un incubo, sembrava di essere sul Titanic. Abbiamo veramente creduto di morire", racconta chi è sopravvissuto denunciando anche la scarsa organizzazione dell'equipaggio durante l'emergenza (ascolta tutte le testimonianze). Sono le 21.40 di venerdì 13 gennaio quando la Costa Concordia si schianta contro uno scoglio a 300 metri dall'isola del Giglio per poi piegarsi paurosamente su un fianco: naufragio in piena regola. Tre morti (due turisti francesi e un peruviano membro dell'equipaggio) e una ventina di feriti è il bilancio molto provvisorio. Perché ci sono ancora almeno 40 persone tra ospiti ed equipaggio che mancano all'appello. "C'è una manovra maldestra all'origine dell'impatto", accusa il pm che ha aperto un'inchiesta. Sotto accusa il comandante Francesco Schettino, 52 anni, nel tardo pomeriggio di sabato 14 viene sottoposto a fermo e portato in carcere (ascolta le parole del legale). Tra le accuse contestate, oltre a naufragio e omicidio colposo plurimo, anche l'abbandono della nave quando c'erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo.

A tenere con il fiato sospeso adesso sono i dispersi. Si spera siano sfuggiti ai conteggi ufficiali - che per tutto il giorno hanno ballato paurosamente -, si teme siano in fondo al mare, intrappolati nei ponti sommersi della nave che non sono stati ancora raggiunti dai soccorritori. I sommozzatori dei vigili del fuoco non sono scesi: troppo grande è il rischio che la nave scivoli giù sul fondale, finendo per inabissarsi completamente. Le ricerche - almeno nei ponti non completamente sommersi - andranno avanti per tutta la notte di sabato 14 e domenica 15, probabilmente, si tenterà di scendere fin laggiù. Per scacciare l'incubo e sperare che siano soltanto i numeri a non tornare.

La nave era partita mercoledì 11 gennaio da Cagliari e venerdì 13 aveva fatto tappa a Civitavecchia: 1.500 cabine per ospitare fino a 3.800 persone. A bordo c'erano 3.216 passeggeri e 1.013 membri di equipaggio. 4.229 persone di 62 nazionalità, una babele di lingue e religioni. La meta era Savona, terza tappa di un viaggio di otto giorni nel Mediterraneo, che d'inverno costa meno ma è bello e caldo comunque quando vieni dal Kazakistan o dalla Polonia. Poi sarebbe toccato a Marsiglia e al suo Pastis, Barcellona e Palma de Maiorca come assaggio di Spagna. E poi di nuovo in Italia.

La corsa si è interrotta su un gruppo di scogli a 300 metri da Giglio Porto. "Abbiamo sentito un boato, saranno state le 21.30, ci siamo affacciati e abbiamo visto delle scintille lungo la fiancata della nave. Abbiamo subito capito che aveva urtato contro 'le Scole' dicono gli abitanti dell'isola che, in una gara di solidarietà hanno aperto le loro case e offerto ai naufraghi tutto ciò che avevano (la cronaca della giornata).

L'urto è stato violentissimo: la Concordia ha letteralmente strappato uno scoglio del diametro di cinque metri (LE FOTO), che si è conficcato nella carena di sinistra, aprendo uno squarcio di 70 metri. Un'altro squarcio è su un altro punto della nave. Dopo l'impatto, il comandante ha proseguito la corsa per almeno altri 700 metri, per poi gettare l'ancora. Una manovra che ha consentito alla nave di girarsi e di avvicinarsi ulteriormente alla costa. Se non fosse stata fatta, probabilmente, la tragedia avrebbe assunto dimensioni da apocalisse (guarda la mappa con la rotta della nave).

Immediati sono scattati i soccorsi (guarda le immagini dall'alto), ma sulla nave qualcosa non ha funzionato. "L'equipaggio ci ha assistito - hanno detto molti dei passeggeri una volta sbarcati - ma quanto ad organizzazione, zero. Nessuno sapeva cosa fare. E in molti ci hanno raccontato che il comandante era ben consapevole del pericolo, ma ha atteso un'ora e mezza per dare l'ordine di abbandonare la nave".

"Le procedure sono state rispettate e l'evacuazione si è svolta nei tempi previsti", controbatte la compagnia. Fatto sta che per almeno un'ora sulla Concordia c'è stato il panico vero. Urla, almeno un centinaio di persone che si sono lanciate in mare e sono state miracolosamente ripescate, giubbotti salvagente strappati di mano in mano e bambini tenuti in alto per sottrarli alla furia di una folla in preda alla follia.

Due inchieste sono state aperte per capire come e perché la nave si trovasse lì: vuole saperlo il ministero delle Infrastrutture, e, soprattutto, vuole saperlo la procura di Grosseto, che indaga per disastro, omicidio e naufragio colposi e ha disposto il fermo del comandante della Concordia Francesco Schettino anche per l'abbandono della Costa Concordia. Assieme a lui è indagato anche l'ufficiale di plancia. Una prima risposta potrà arrivare dalle scatole nere, ma è già chiaro a tutti che la nave si trovava dove non doveva essere. Ora bisogna stabilire il perché.

Sull'isola la risposta già ce l'hanno, anche se la dicono a mezza bocca: il comandante, come tutti i comandanti delle navi di crociera, non ha fatto altro che ripetere una "prassi". Quando si passa nei pressi di un'isola, ci si avvicina il più possibile per portare il saluto. Schettino però si è avvicinato troppo. "Sarà l'inchiesta a stabilire se è stato un guasto tecnico o altro", dice il direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato. Come per dire: non è escluso che il comandante abbia sbagliato. Schettino, dal canto suo, ha ripetuto tutto il giorno che non ha sbagliato rotta e che quello scoglio, sulle mappe, non era segnalato. "Lì non c'era, non doveva esserci". Smentito dagli abitanti dell'isola (guarda le reazioni sul web).

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