Roma: i nomi dei killer sono nelle mani degli inquirenti

Cronaca
Lettere, fiori e lumi lasciati in Via Alò Giovannoli, il 9 gennaio 2012 a Roma, dove hanno perso la vita, uccisi da due rapinatori, la piccola Joy di pochi mesi e suo padre Zeng Zhou

Sarebbero due magrebini i rapinatori che il 4 gennaio hanno ucciso a Torpignattara padre e figlia di soli 9 mesi. Le ricerche sono state estese in tutta Italia, allertata anche l'Interpol

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I nomi e i volti dei due killer che il 4 gennaio hanno ucciso a Torpignattara padre e figlia, Zhou Zheng di 31 anni e la piccola Joy di soli nove mesi, sono nelle mani degli inquirenti. Gli assassini sarebbero due giovani magrebini. Rapinatori non professionisti, che dopo l'omicidio, presi dal panico, avrebbero lasciato tracce un po' ovunque, abbandonando lo scooter e i loro caschi e lasciando le due borse sottratte alla vittima e alla moglie, Zenzh Lia, unica superstite della tragedia, davanti a un casolare a due chilometri dal luogo del delitto. I killer sono stretti nella morsa dei controlli. Quella dei carabinieri è una corsa contro il tempo per scongiurare il rischio di una loro fuga all'estero. Secondo alcuni quotidiani in edicola, uno dei killer sarebbe già scappato a Milano.

Ricerche in tutta Italia e all'estero - A Roma sono stati disposti diversi posti di blocco e i pattugliamenti sono capillari. Intanto, sono state estese a tutta l'Italia, ma anche a livello internazionale, attraverso l'Interpol, le ricerche per scovare i due magrebini considerati responsabili del duplice omicidio.

Il Dna, le riprese delle telecamere, tutti gli indizi - Gli inquirenti sarebbero risaliti alla loro identità grazie alle tracce che i due uomini avrebbero lasciato alle loro spalle. I killer sarebbero stati infatti ripresi da alcune telecamere durante la loro fuga. E il cellulare nella borsa strappata dalle mani della moglie della vittima avrebbe funzionato da 'antenna' per gli investigatori, che hanno ricostruito tutto il percorso della loro fuga fino al casolare. Una delle due borse abbandonate, quella di Zenzh Lia, era vuota, mentre l'altra quella di Zhou Zheng conteneva 16mila euro in banconote macchiate di sangue: potrebbe essere proprio questo uno dei motivi che ha indotto gli assassini ad abbandonare la refurtiva.

Alla ricerca di un complice  - Gli investigatori stanno anche tentando di capire se gli assassini possano essere stati informati da qualcuno sul fatto che Zhou Zengh, il 31enne ucciso, avesse con sé la sera del 4 gennaio la grossa somma di denaro legata all'attività di money-transfer, i cui clienti non sono soltanto extracomunitari cinesi.

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