Tre ferrovieri, degli oltre 800 rimasti senza lavoro dopo la soppressione dei treni notturni, dal 9 dicembre stazionano sulla torre del binario 21. La società ha annunciato un piano di reintegro nell’arco di 2 anni, loro chiedono il ripristino delle corse
Guarda anche:
Innse due anni dopo: dalla gru al ritorno in fabbrica
A 15 metri di altezza, sulla torre del binario 21 della Stazione centrale di Milano, dal 9 di dicembre, senza mai scendere. Da quasi un mese è cambiata radicalmente la vita di tre degli oltre 800 lavoratori dell’ex Wagon Lits rimasti senza lavoro dall’11 dicembre, quando Trenitalia ha deciso di sopprimere tutti i treni notturni a lunga percorrenza. Carmine Rotatore, Oliviero Cassini e Giuseppe Gison si battono perché i treni notturni vengano ripristinati e per difendere i diritti di tutti i loro colleghi. Con il fischio del treno, i ferrovieri delle Fs testimoniano la loro solidarietà, quando passano dalla stazione.
Trenitalia intanto ha annunciato un piano di reintegro per tutti nell’arco di due anni e in un tavolo presso Regione Lombardia è stato raggiunto un accordo per i 152 lavoratori lombardi, ma senza la Cgil, che si dice disposta a discutere della vertenza solo su base nazionale. E anche a Torino, Roma e Messina la protesta è arrivata sui tetti.
Innse due anni dopo: dalla gru al ritorno in fabbrica
A 15 metri di altezza, sulla torre del binario 21 della Stazione centrale di Milano, dal 9 di dicembre, senza mai scendere. Da quasi un mese è cambiata radicalmente la vita di tre degli oltre 800 lavoratori dell’ex Wagon Lits rimasti senza lavoro dall’11 dicembre, quando Trenitalia ha deciso di sopprimere tutti i treni notturni a lunga percorrenza. Carmine Rotatore, Oliviero Cassini e Giuseppe Gison si battono perché i treni notturni vengano ripristinati e per difendere i diritti di tutti i loro colleghi. Con il fischio del treno, i ferrovieri delle Fs testimoniano la loro solidarietà, quando passano dalla stazione.
Trenitalia intanto ha annunciato un piano di reintegro per tutti nell’arco di due anni e in un tavolo presso Regione Lombardia è stato raggiunto un accordo per i 152 lavoratori lombardi, ma senza la Cgil, che si dice disposta a discutere della vertenza solo su base nazionale. E anche a Torino, Roma e Messina la protesta è arrivata sui tetti.