
Il prete di Sestri Ponente, arrestato per violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari. Sotto accusa le sue trasferte milanesi e soprattutto i suoi rapporti con alcuni ragazzini
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Don Riccardo Seppia, il prete di Sestri Ponente arrestato per violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti, non risponde ai magistrati. Lunedì 16 il religioso ha incontrato uno psicologo e il suo avvocato. Poi è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Rimangono così ancora dubbi sulle sue trasferte milanesi e soprattutto sui suoi rapporti con alcuni ragazzini.
Gli altri indagati - Si tratterebbe di un ex seminarista, di 40 anni, indagato per prostituzione minorile e che potrebbe avere avuto un ruolo nell'adescamento degli adolescenti; un commerciante genovese e un uomo di Milano di cui non si conosce ancora la professione, entrambi accusati di cessione di stupefacenti. Il filone di indagini milanesi trasmesso alla procura di Genova per competenza territoriale è condotto dal pubblico ministero Stefano Puppo e coordinato dal procuratore capo facente funzioni Vincenzo Scolastico; il gip che ha emesso i provvedimenti è Annalisa Giacalone.
I genitori: "Sconcertati, era il nostro orgoglio" - "Siamo sempre stati orgogliosi di nostro figlio, essere genitori di un sacerdote ci ha fatto sentire molto fieri". Lo dichiarano in un'intervista al Corriere della Sera i genitori di don Riccardo Seppia. "Siamo sconcertati - aggiungono i genitori del prete - non possiamo credere a quello che abbiamo sentito dire". Secondo quanto riferiscono i genitori, "nelle comunità in cui ha servito si è sempre trovato bene ed è stato ricambiato, sia a Recco, sia in Valbrevenna. Tutte le volte che se ne andava lasciava buoni rapporti di fiducia, con tante persone che avrebbero dovuto continuare il loro cammino con lui".
Vaticano: "I vescovi cooperino con le autorità civili" - "L'abuso sessuale di minori non è solo un delitto canonico, ma anche un crimine perseguito dall'autorità civile". Lo ricorda, senza entrare nel merito della vicenda di Sestri Ponente, la Congregazione della Dottrina della Fede in una circolare indirizzata alle Conferenze Episcopali che indica i criteri per fissare a livello nazionale le linee guida relative al contrasto del fenomeno. "Sebbene i rapporti con le autorità civili differiscano nei diversi paesi, tuttavia - si legge nel testo - è importante cooperare con esse nell'ambito delle rispettive competenze. In particolare, va sempre dato seguito alle prescrizioni delle leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorita' preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale". "Naturalmente - ricorda il dicastero vaticano - questa collaborazione non riguarda solo i casi di abusi commessi dai chierici, ma riguarda anche quei casi di abuso che coinvolgono il personale religioso o laico che opera nelle strutture ecclesiastiche".
La lettera di Don Gallo - "È un'occasione di sofferenza, di dolore, che induce ad affrontare alcuni temi non facili per me e per la mia Chiesa". Così Don Andrea Gallo, scrive in prima pagina su Il Secolo XIX, commentando la vicenda che ha portato all'arresto del sacerdote di Sestri Ponente indagato per presunti abusi sessuali su minori e cessione di cocaina. E si rivolge al Cardinale Angelo Bagnasco, denunciando "la solitudine di noi preti". Da qui un appello: "abbiamo bisogno di sentirci più uniti, di essere più ascoltati, di essere costantemente contattati, e solo il nostro Vescovo, e al più il suo ausiliare, possono svolgere questa importante funzione" Don Gallo ringrazia Bagnasco "per il grande gesto che ha avuto recandosi immediatamente, appena si è diffusa la notizia dell'arresto. Un gesto rivoluzionario - sostiene don Gallo - perché non mi risulta che sia mai successo, da nessuna parte, in un'occasione di simile delicatezza. Un gesto molto lodevole perché ha dimostrato profondo rispetto verso i fedeli, verso quella chiesa, quella parrocchia sgomenta: il Cardinale ha affrontato la situazione in prima persona, mettendo in campo la propria responsabilità pastorale".
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Don Riccardo Seppia, il prete di Sestri Ponente arrestato per violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti, non risponde ai magistrati. Lunedì 16 il religioso ha incontrato uno psicologo e il suo avvocato. Poi è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Rimangono così ancora dubbi sulle sue trasferte milanesi e soprattutto sui suoi rapporti con alcuni ragazzini.
Gli altri indagati - Si tratterebbe di un ex seminarista, di 40 anni, indagato per prostituzione minorile e che potrebbe avere avuto un ruolo nell'adescamento degli adolescenti; un commerciante genovese e un uomo di Milano di cui non si conosce ancora la professione, entrambi accusati di cessione di stupefacenti. Il filone di indagini milanesi trasmesso alla procura di Genova per competenza territoriale è condotto dal pubblico ministero Stefano Puppo e coordinato dal procuratore capo facente funzioni Vincenzo Scolastico; il gip che ha emesso i provvedimenti è Annalisa Giacalone.
I genitori: "Sconcertati, era il nostro orgoglio" - "Siamo sempre stati orgogliosi di nostro figlio, essere genitori di un sacerdote ci ha fatto sentire molto fieri". Lo dichiarano in un'intervista al Corriere della Sera i genitori di don Riccardo Seppia. "Siamo sconcertati - aggiungono i genitori del prete - non possiamo credere a quello che abbiamo sentito dire". Secondo quanto riferiscono i genitori, "nelle comunità in cui ha servito si è sempre trovato bene ed è stato ricambiato, sia a Recco, sia in Valbrevenna. Tutte le volte che se ne andava lasciava buoni rapporti di fiducia, con tante persone che avrebbero dovuto continuare il loro cammino con lui".
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