Scala, 14 minuti di applausi. Ma fuori è guerriglia

Cronaca
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Nel giorno della "prima", un gruppo di giovani ha protestato lanciando fumogeni e petardi contro le forze dell'ordine. Feriti una decina di poliziotti. Il maestro Barenboim cita la Costituzione. Polemiche per l'assenza del ministro Bondi. VIDEO E FOTO

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(In fondo all'articolo tutti i video sulla prima del Teatro alla Scala)

Scontri, fumogeni, feriti. Le proteste davanti al Teatro La Scala nel giorno della “prima” (la Valchiria diretta da Daniel Barenboim) si sono trasformate in guerriglia per alcuni minuti. Un lancio di fumogeni e petardi contro le forze dell'ordine ha scatenato la carica degli agenti contro un gruppo di giovani che protestavano contro i tagli alla cultura e contro la riforma Gelmini. Sono volati colpi di manganello da un lato e dall'altro lancio di tre bombe carta. E così piazza della Scala, a circa tre quarti d'ora dall'inizio della prima, si è trasformata in un'arena. Contusioni, abrasioni e ferite leggere per una decina di agenti delle forze dell'ordine. Alcuni sono stati trasportati in vari ospedali della città, mentre altri sono stai direttamente medicati sulle ambulanze del 118 presenti sul posto.

La manifestazione era cominciata tranquillamente con i sindacalisti dei lavoratori del mondo dello spettacolo che avevano tappezzato le transenne che blindavano la Piazza con i loro striscioni e i rappresentati degli immigrati che manifestavano sotto il modelli di un torre di legno, alta cinque metri, per ricordare a chi entrava nel teatro le iniziative di via Imbonati e quella sulla gru di Brescia. A circa mezzora dall'inizio della “prima”, e mentre dalle prime berline scendevano vip, toilette griffate e politici, sono cominciati gli scontri. Alla fine gli studenti e gli immigrati confinati dall'altro lato della piazza, hanno scandito a lungo il nome del Capo dello Stato. "Napolitano alza la mano. Presidente aiutaci siamo disperati". Poi la manifestazione si è conclusa non prima di un lancio di due uova e un pomodoro che, peraltro, non sono giunti a bersaglio cadendo a diversi metri dagli stivali di una decina di carabinieri.

Le testimonianze di alcuni ragazzi - "Quando ho visto che iniziava ad esserci tensione mi sono messo in mezzo e mi son beccato tre manganellate senza nessun motivo". E' quanto racconta uno dei ragazzi protagonisti degli attimi di tensione che si sono registrati fuori dal teatro. "La carica è avvenuta all'improvviso - prosegue Andrea, uno studente dell'Accademia di Brera - e molti ragazzi si sono presi delle botte". "E' successo tutto - spiega Giuseppe, della Statale di Milano - quando è arrivato nella piazza un altro gruppo di ragazzi: non ci hanno nemmeno fatti avvicinare alle transenne ma ci hanno subito spinti indietro". Uno dei ragazzi coinvolti è stato visto girare per la piazza con del ghiaccio sulla testa ma nessuno sembrerebbe essersi fatto male in maniera seria.

Barenboim legge la Costituzione – Poco prima dell’inizio della Valchiria e del’inno nazionale, il maestro Barenboim ha parlato a nome del teatro. E' uscito dalla buca e in platea con un microfono in mano ha detto poche parole (“Siamo preoccupati per i tagli alla cultura”) e soprattutto ha voluto leggere l'articolo 9 della Costituzione italiana. "La Repubblica - ha sottolineato - promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione". Barenboim, dopo aver espresso la sua felicità per essere alla prima a dirigere Valchiria e per essere stato dichiarato maestro scaligero ha aggiunto: "Per tale titolo e anche ai nomi dei colleghi che cantano, ballano e lavorano non solo qui ma in tutti i teatri, sono qui per dirvi a quale punto siamo profondamente preoccupati per il futuro della cultura nel paese e in Italia".

L'applauso di Napolitano - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ascoltato con attenzione dal Palco Reale della Scala l'intervento di Daniel Barenboim. Il Capo dello Stato ha poi applaudito non appena il maestro scaligero ha finito il suo breve discorso, leggendo l'articolo 9 della Costituzione.

Polemiche per l’assenza del ministro Bondi - "Peccato che il ministro non ci sia. Non commento. Avrà altro da fare". Così il sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano, Stephane Lissner, ha commentato l'assenza del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, alla 'Prima' del tempio della lirica. Poco dopo ha però corretto il tiro. "Non c'è nessuna intenzione di polemizzare con il ministro Bondi. Mi hanno chiesto solo se c'era e ho detto di no". "Non c'è stato - ha concluso - nulla di ironico". Ma Gaetano Quagliariello (Pdl) ha reagito così: "Visto il livello al quale siamo giunti, forse la prossima polemica che dobbiamo aspettarci è nei confronti della conferenza dei capigruppo del Senato che si è permessa di calendarizzare il voto della legge di stabilità in concomitanza con la Prima della Scala. E' un vero peccato che il sovrintendente Lissner si sia lasciato sfuggire questa preziosa occasione per ringraziare il ministro e senatore Sandro Bondi per aver contribuito ad approvare una legge che tiene in ordine i conti del Paese, premessa obbligata per far ripartire lo sviluppo e assicurare il finanziamento di ogni attività, ivi comprese quelle culturali che al sovrintendente Lissner dovrebbero stare particolarmente a cuore".


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