Secondo quanto scrive il Corriere della Sera l’ex ministro sarebbe coinvolto in una nuova inchiesta con l’accusa di aver favorito l’ingresso dell’imprenditore Bellavista Caltagirone nel progetto di costruzione. Lui: “Sono sereno, è un tiro a bersaglio”
Scajola si dimette: le foto
La casa al centro dell'inchiesta giudiziaria: le foto
L'ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola sarebbe indagato dalla Procura di Imperia per l’appalto del porto turistico. Lo riporta oggi il Corriere della Sera. Il reato contestato sarebbe quello di associazione per delinquere. Secondo quanto scrive il quotidiano di via Solferino, Scajola, che si è dimesso a maggio per lo scandalo dell'appartamento con vista Colosseo, “è ora indagato in concorso con l’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, presidente di Acquamarcia, con l’accusa di aver aggirato le normative sugli appalti pubblici”.
In sintesi la Procura contesta che non sia stata indetta una gara pubblica e ipotizza un intervento dell’ex ministro per favorire l’ingresso di Bellavista Caltagirone nel progetto di costruzione del porto. Ingresso che, continua il Corsera, “è avvenuto nel 2005 con l’acquisizione da parte della società Acquamare di Caltagirone del 33% del pacchetto azionario di Porto Imperia spa e con la firma di un accordo con il Comune ligure per affidare ad Acquamare la costruzione del porto”. Da parte sua, “Aquamare ha sempre sostenuto che la Porto di Imperia è una società a prevalente capitale privato avendo come solo socio pubblico il Comune di Imperia con quota minoranza al 33%”. Per tanto, secondo Acquamare, non c’era obbligo di gara. Caltagirone si è detto estraneo “a qualsiasi condotta che non sia men che lecita”. Nel mirino degli inquirenti ci sono anche i costi di costruzione delle opere a mare che sarebbero lievitati dagli iniziali 30 milioni di euro previsti a circa 140 milioni.
"Non amo alzare i toni, ma la sensazione netta è quella di un tiro al bersaglio. E' necessario che i magistrati approfondiscano e chiariscano al più presto tutta questa vicenda. Io sono sereno". Così l'onorevole Claudio Scajola commenta la notizia pubblicata dal Corriere della Sera. "Mi sembra ridicolo - prosegue l'ex ministro - nulla mi può essere addebitato se non il fatto che sono trent'anni che penso a quest'opera: da imperiese e da amministratore, ho sempre operato perché questo sogno di crescita per la mia regione diventasse realtà. Ci siamo riusciti. E' una questione paradossale: ne deduco che si fa fatica a credere che un amministratore pubblico possa operare nel solo interesse della comunità".
La casa al centro dell'inchiesta giudiziaria: le foto
L'ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola sarebbe indagato dalla Procura di Imperia per l’appalto del porto turistico. Lo riporta oggi il Corriere della Sera. Il reato contestato sarebbe quello di associazione per delinquere. Secondo quanto scrive il quotidiano di via Solferino, Scajola, che si è dimesso a maggio per lo scandalo dell'appartamento con vista Colosseo, “è ora indagato in concorso con l’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, presidente di Acquamarcia, con l’accusa di aver aggirato le normative sugli appalti pubblici”.
In sintesi la Procura contesta che non sia stata indetta una gara pubblica e ipotizza un intervento dell’ex ministro per favorire l’ingresso di Bellavista Caltagirone nel progetto di costruzione del porto. Ingresso che, continua il Corsera, “è avvenuto nel 2005 con l’acquisizione da parte della società Acquamare di Caltagirone del 33% del pacchetto azionario di Porto Imperia spa e con la firma di un accordo con il Comune ligure per affidare ad Acquamare la costruzione del porto”. Da parte sua, “Aquamare ha sempre sostenuto che la Porto di Imperia è una società a prevalente capitale privato avendo come solo socio pubblico il Comune di Imperia con quota minoranza al 33%”. Per tanto, secondo Acquamare, non c’era obbligo di gara. Caltagirone si è detto estraneo “a qualsiasi condotta che non sia men che lecita”. Nel mirino degli inquirenti ci sono anche i costi di costruzione delle opere a mare che sarebbero lievitati dagli iniziali 30 milioni di euro previsti a circa 140 milioni.
"Non amo alzare i toni, ma la sensazione netta è quella di un tiro al bersaglio. E' necessario che i magistrati approfondiscano e chiariscano al più presto tutta questa vicenda. Io sono sereno". Così l'onorevole Claudio Scajola commenta la notizia pubblicata dal Corriere della Sera. "Mi sembra ridicolo - prosegue l'ex ministro - nulla mi può essere addebitato se non il fatto che sono trent'anni che penso a quest'opera: da imperiese e da amministratore, ho sempre operato perché questo sogno di crescita per la mia regione diventasse realtà. Ci siamo riusciti. E' una questione paradossale: ne deduco che si fa fatica a credere che un amministratore pubblico possa operare nel solo interesse della comunità".