I soldati in città, dai Vespri siciliani a Strade sicure

Cronaca
Alcuni militari dell'Esercito presidiano Casal di Principe
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Per fronteggiare le minacce della 'ndrangheta nei confronti delle istituzioni il governo pensa di mandare l'Esercito a Reggio Calabria. Dal dopoguerra a oggi, tutte le volte che i militari sono stati impiegati per l'ordine pubblico

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L'imminente impiego di militari dell'Esercito a Reggio Calabria, dove vigileranno sugli uffici della Procura e della Procura generale per far fronte alle minacce della 'ndrangheta rivolte alle istituzioni, è una misura d'emergenza, ma non un fatto nuovo nella storia del Paese. Le forze armate infatti sono già state chiamate altre volte a partecipare a operazioni di ordine pubblico o di concorso in ordine pubblico.

Nell'immediato dopoguerra, l'Esercito ha collaborato con le forze dell'ordine in Sicilia per le attività antibanditismo, mentre tra il 1961 e il '68 ha svolto operazioni in Alto Adige per prevenire atti terroristici da parte dei movimenti separatisti sud-tirolesi. Tra il '70 e il '79 si è occupato della sorveglianza di alcune tratte ferroviarie e nel biennio '75-'76 è stato impegnato nella vigilanza degli aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino. L'Esercito ha poi svolto attività di controllo del territorio in occasione del rapimento di Aldo Moro e, nel '91, durante la guerra del Golfo, è stato impegnato nella protezione di possibili obiettivi civili contro minacce terroristiche. Sempre nel '91 la forza armata ha fronteggiato l'emergenza immigrazione, con il controllo di oltre 20 mila profughi albanesi sbarcati a più riprese a Bari e  poi ospitati in strutture militari.

Più di recente, in seguito all'intensificarsi di episodi malavitosi in alcune regioni, l'Esercito è stato utilizzato in supporto a carabinieri, polizia e guardia di finanza per interventi indirizzati alla lotta contro la criminalità organizzata e, ancora una volta, al controllo dell'immigrazione clandestina. In questo contesto c'è stata l'esercitazione "Forza Paris", in Sardegna, dal 15 luglio al 22 settembre 1992. I "Vespri siciliani", dal 25 luglio 1992 all'8 luglio 1998, hanno costituito il primo intervento in grande stile per ragioni di ordine pubblico fatto dalle forze armate nel dopoguerra. L'iniziativa è partita in seguito agli omicidi Falcone e Borsellino ed ha visto l'invio di migliaia di soldati.

Sono seguiite le operazioni "Testuggine", lungo la frontiera italo-slovena, dal 16 agosto 1993 al 28 febbraio 1995; "Riace" (Calabria, 2 febbraio 1994-15 dicembre 1995); "Partenope" (Napoli, 18 febbraio 1994-15 dicembre 1995, ripresa il 14 luglio '97 fino al 30 giugno 1998) e "Salento" (sulla costa pugliese, dal 10 maggio 1995 al 3 novembre dello stesso anno). Il 12 ottobre 2001, dopo l'attentato alle Torri gemelle, è scattata in tutta Italia l'operazione "Domino", conclusasi nel luglio 2006: il contingente militare - circa 4 mila uomini - è stato messo a disposizione dei prefetti per la vigilanza di siti sensibili.

Il 4 ottobre 2008 è partita invece l'operazione "Strade sicure", prorogata fino al 31 dicembre 2010, che prevede l'impiego dei militari di tutte le Forze armate ancora una volta per il controllo di obiettivi sensibili, ma anche di centri immigrati e per pattugliamenti misti con le forze di polizia. L'operazione - che vede attualmente impegnati 4.250 militari - è soggetta a frequenti cambiamenti di "area di operazione", in base alle richieste dei prefetti e dei sindaci, come quando i soldati furono schierati nel casertano, dopo la strage di immigrati a Casal di Principe.

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