"Onore al Duce": a Vicenza si prega per la sua anima

Cronaca
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Un necrologio pubblicato dal Giornale di Vicenza e una messa in suffragio di Benito Mussolini, a 65 anni dalla morte. Ed è polemica. Cgil e Anpi: "Gravissima provocazione"

“Onore al Duce d’Italia cav. Benito Mussolini, ucciso per mano di un partigiano. I camerati vicentini lo ricordano assieme a tutti i caduti della Rsi”. La mattina del 28 aprile sul Giornale di Vicenza ha fatto la sua comparsa un singolare necrologio. Luigi Tosin, presidente provinciale di “Continuità ideale”, rendeva “onore” al capo del fascismo e annunciava una messa in suo suffragio, a 65 anni dalla morte. Una “gravissima provocazione”, secondo la Cgil, che ha risposto con un secondo necrologio sullo stesso quotidiano, "in onore dei partigiani che hanno sacrificato la loro vita”. Ma le polemiche non hanno fermato le celebrazioni: una sessantina di persone hanno partecipato alle cerimonia religiosa e pregato per il Duce.

Nessuno scandalo, secondo don Alessio Graziani, il prete della Parrocchia dei servi che ha accettato di pronunciare il controverso suffragio. “Come eravamo d’accordo – ha detto all’ANSA – gli attivisti hanno lasciato fuori dalla chiesa bandiere e gagliardetti”. E la liturgia (“in suffragio non in onore”, ha precisato il prete) “non ha avuto nulla di diverso della messa che ogni sera si celebra in parrocchia. Solamente, nel momento del ricordo dei defunti – ha aggiunto – si è pregato per l’anima del Duce e dei giovani caduti repubblichini. E personalmente non l'ho fatto né per simpatie ideologiche, nonostante il mio cognome (Rodolfo Graziani era un generale fascista, ndr), né tantomeno per interessi materiali. La Chiesa e la pietà cristiana non rifiutano una preghiera a nessuno”.

Ma il Partito democratico del Veneto ha bollato la vicenda come una “odiosa apologia di reato”. E l’Associazione nazionale dei partigiani (Anpi) ha parlato di “una grave offesa recata alla Resistenza italiana”, peraltro nei giorni in cui si ricorda la Liberazione. “Indecente” e “ignobile” sono gli aggettivi scelti da Comunisti italiani e Rifondazione comunista, che criticano anche la scelta del Giornale di Vicenza di pubblicare il necrologio. Ma la polemica sembra destinata a cadere nel vuoto e a ripetersi. Tra cinque anni. Quando puntuale Tosin rinnoverà l'iniziativa, come fa allo scoccare di ogni lustro.

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