
Parte oggi il processo a Torino contro due ex-alti dirigenti della società Eternit Spa per i danni alla salute degli operai nelle lavorazioni di amianto -

Presenti all'udienza, 150 tra avvocati e collaboratori, 110 giornalisti, 424 malati da amianto o parenti delle vittime, 48 cittadini di cui molti amministratori e sindaci di comuni della zona di Casale Monferrato (Alessandria) e dell'Emilia –

Il maxi-processo Eternit vede sul banco degli imputati i due responsabili della multinazionale, lo svizzero Stephan Schmidaeiny e il belga Louis De Cartier -

Sono accusati delle morti legate alla lavorazione dell'amianto nelle quattro sedi italiane di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) -

I capi d'imputazione sono disastro ambientale doloso e inosservanza volontaria delle norme sulla sicurezza -

E' la prima volta in Europa che in una causa per danni ambientali sarà un collegio internazionale a difendere le parti civili, quasi tremila -

Presente, tra gli altri, anche una folta delegazione di lavoratori e familiari delle vittime della Eternit di Bagnoli, assistita dalla Fillea Campania -

Insieme alle altre delegazioni italiane e a quelle straniere i lavoratori hanno presidiato il palazzo di giustizia di Torino per testimoniare la loro ansia di giustizia -

Le parti civili chiedono inoltre una sentenza esemplare di condanna che assicuri il giusto risarcimento morale e materiale alle vittime -

Il solo impianto di Bagnoli ha pagato un tributo altissimo: più di 400 vittime, tra lavoratori deceduti (226) e gravemente ammalati (107) -

Pochi istanti prima dell'inizio del processo, si è svolto un altro funerale delle vittime -

Per Attilio Manerin, rappresentante dell'associazione francese delle vittime dell'amianto, il processo di Torino è esemplare: "Speriamo - ha detto - che questo processo renda dignità ai morti dell'amianto" -