Operazione carabinieri, una trentina gli indagati
(ANSA) - COSENZA, 27 NOV - Numerose piazze di spaccio a Cosenza e nell'hinterland sono state smantellate dai carabinieri del Comando provinciale che hanno arrestato otto persone - 5 ai domiciliari - e notificato un obbligo di dimora. All'operazione, denominata "Salamandra", hanno partecipato oltre 100 militari del Comando provinciale supportati da quelli dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria e del nucleo cinofili, con la copertura aerea dell'8° nucleo elicotteri. Gli indagati sono accusati a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L'operazione è scattata all'alba a Cosenza e nei comuni di Rende, Montalto Uffugo e San Benedetto Ullano, Torano Castello e Lattarico. Una trentina complessivamente le persone coinvolte nell'indagine. Altre tre persone sono state arrestate stamani all'esito delle perquisizioni, perché trovati in possesso di oltre un chilo di marijuana e modiche quantità di hashish, 20 funghi allucinogeni e mille euro ritenuti provento dell'attività di spaccio. Altre tre persone sono state denunciate in stato di libertà.
Le indagini sono state avviate dai carabinieri nell'ottobre del 2016, dopo l'arresto di un giovane di San Benedetto Ullano trovato in possesso di 21 grammi di cocaina, un bilancino e 11mila euro in contanti. Nel corso delle indagini era stato anche arrestato un autotrasportatore di farmaci di Torano Castello il quale, svolgeva il ruolo di corriere della marijuana che veniva prelevata nel reggino e portata in Campania. L'uomo, che nascondeva gli stupefacenti nell'intercapedine del furgone, trasportava 5 chili di marijuana. Le forniture di droga, inoltre, non pagate dai tossicodipendenti diventavano crediti non pagati ai pusher che minacciavano i debitori e le loro famiglie. Ricostruiti e cristallizzati oltre 110 episodi di spaccio. Il procacciamento della droga avveniva attraverso contatti con esponenti della criminalità organizzata campana e reggina. Propaggini infatti, sono state individuate in Campania e a Reggio Calabria. Quattro persone sono accusate di aver obbligato due ragazze di nazionalità romena a prostituirsi, sfruttando la loro situazione di indigenza. (ANSA).