"Dai tagli agli aiuti Ue ai rincari, molte aziende chiudono"
Pastori sardi di nuovo alla carica per scongiurare la crisi irreversibile al settore ovicaprino. Centinaia di allevatori hanno protestato questa mattina in via Roma davanti al Consiglio regionale per lanciare un nuovo grido di allarme sulla crisi delle campagne. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la ripartizione dei fondi arrivati dall'Europa con la Pac: "Avremo 23 milioni al meno all'anno - ha spiegato Fabio Pisu, uno dei portavoce, parlando al microfono dal cassone di un camion- per cinque anni. L'Europa aveva indicato bene i criteri di ripartizione. E invece il Governo italiano ha favorito le cinque sei regioni del Nord che già avevano tanto". Soldi che mancheranno all'appello, temono i pastori, nel nuovo piano di aiuti regionale, il Psr. Per questo una delegazione ha chiesto e ottenuto un colloquio con i capigruppo regionali.
Presentato un documento di richieste che può essere sintetizzato in un'unica frase: non lasciateci soli. "Le campagne sono la vita della Sardegna - ha spiegato Nenneddu Sanna, uno dei portavoce della storica battaglia del latte versato per le strade - alla Regione chiediamo soluzioni e spiegazioni: perché questo menefreghismo nei nostri confronti". Per Gianuario Falchi una situazione che si può anche tradurre in cifre: "Se non ci dovessero essere i rimedi giusto - ha spiegato - le campagne rischiano di perdere oltre centomila posto di lavoro".
Sì perché il taglio sui fondi comunitari va ad aggiungersi a una situazione già gravissima per gli effetti della guerra e del caro energia: "Il mangime - ha sintetizzato Falchi - è passato da 30 a 50 euro al quintale, il concime da 40 a 130, il gasolio da 0,60 a 1,51 euro. E abbiamo pure paura di usare le mungitrici elettriche: la bolletta è passata da 800 a 2500 euro". E Mario Carai, il pastore che ha aperto gli interventi, ha rimarcato: "Le aziende stanno chiudendo. E invece noi vogliamo continuare a esistere". Accanto ai pastori anche i sindaci dei centri dell'interno che vivono soprattutto di agricoltura e allevamento. Ad esempio Gianluigi Loru, primo cittadino di Perdaxius, comune di circa mille abitanti a pochi chilometri da Carbonia, nel sud Sardegna: "Le istituzioni - ha detto all'ANSA - devono stare vicino alle persone che lottano per un settore fondamentale per il nostro territorio. Siamo pronti ad appoggiare in modo forte anche le prossime battaglie dei pastori".