Federalberghi, caro-energia azzera stagione turistica

Sardegna

Manca, ottobre a rischio ma anche riaperture ad aprile

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di Fabrizio Fois

I numeri delle presenze turistiche nelle strutture ricettive della Sardegna sono buoni.
    la stagione è andata meglio del 2020, dove si è lavorato bene per lo più a luglio e agosto per gli effetti legati alla pandemia, ma resta ancora da recuperare un 10% sulla stagione pre-Covid, il 2019. Così se aprile maggio sono stati decisamente inferiori a due anni fa, il trend si è invertito da metà giugno, in poi: il riempimento delle strutture a luglio e agosto è stato superiore al 2019 grazie anche al ritorno degli stranieri anche se le vacanze sono diventate più brevi e si è perso quasi un giorno di permanenza. Sino a luglio, quindi, gli albergatori stavano tirando un sospiro di sollievo, nonostante i venti di guerra e gli ultimi strascichi lasciati dal virus, ma oggi la situazione è cambiata. Il caro-bollette ha frenato gli entusiasmi e fatto emergere la paura dei turisti europei che già con la pandemia avevano putato tutto sul last minute e ora attendono di capire se potranno permettersi una vacanza in Sardegna, nonostante ottobre sia un mese "di spalla". La situazione generale spaventa proprio gli stranieri che sono quelli che arrivano ancora nell'Isola per godere delle spiagge non più affollate e per le prime manifestazioni dell'interno, come Autunno in Barbagia.
    "La stagione è stata buona ma i rincari nelle bollette si sono portati portati via tutto come l'Epifania: l'incremento è stato del 500% e questo significa che si sta portando via tutto il margine per rimpinguare le risorse consumate in pandemia", non usa mezzi termini il presidente di Federalberghi Sardegna e vice presidente nazionale dell'associazione, Paolo Manca. "Se il livello delle bollette rimane questo è difficile che qualcuno voglia rischiare di restare aperto ad ottobre come, invece, era stato ipotizzato in piena stagione. Oggi spendiamo 10-15 euro a presenza, mentre prima eravamo sui 3-4 euro - osserva - Per noi non è comprimibile il costo energetico e il caldo torrido di quest'anno ha spinto anche all'utilizzo estremo dell'aria condizionata".
    "Inoltre - incalza - bisogna pensare che anche il gas e le materie prime o i servizi sono aumentati, per il duplice effetto energia-inflazione e così anche gli investimenti fatti negli anni in efficientamento energetico sono diventati un clamoroso boomerang".
    E si guarda già alla prossima stagione turistica: "serve stabilità nella programmazione dei trasporti, bisogna riprendere da zero il ragionamento sulla comunicazione integrale e far sapere ai turisti se ad aprile e maggio la Sardegna è aperta e con quali servizi e, infine, è necessaria la ristrutturazione del fabbisogno delle risorse umane, in una realtà fortemente stagionale come la Sardegna. E mi preoccupa molto - conclude Paolo Manca - quando a livello nazionale si parla di rendere più costosi i contratti stagionali perché il turismo non ha le stesse dinamiche di una fabbrica". 
   

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