Energia: Cgil, preoccupa futuro centrale Deledda e phase out

Sardegna

Incontro con Regione ed Enel, "nessuna garanzia occupazionale"

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Non è servita a mitigare le preoccupazioni sul futuro dei lavoratori della centrale Enel Grazia Deledda di Portovesme né a chiarire quali sono le prospettive energetiche in vista della decarbonizzazione, la riunione che si è svolta stamattina con la Regione dopo le sollecitazioni dei sindacati, alla quale hanno partecipato la Cgil regionale e territoriale insieme alle categorie dell'Industria del Sulcis Iglesiente.

"Non ci sono le dovute garanzie sull'occupazione a lungo termine dopo la chiusura della centrale, in particolare per gli appalti - ha sottolineato il sindacato, sollecitando, ancora una volta, la Regione a tracciare un piano solido che accompagni la giusta transizione - che deve tradursi in percorsi di occupazione stabile e non può certo essere affidato alla visione di singole aziende".

Il riferimento va all'esposizione, sempre nel corso della riunione e da parte di Enel, dei progetti sulle rinnovabili che dovrebbero attuarsi dopo la dismissione della centrale a carbone, un quadro che non ha rassicurato per nulla i sindacati: "Si parla del coinvolgimento dei lavoratori in progetti formativi propedeutici a una fase circoscritta in cui verrebbero impiegati nell'installazione di impianti Fer, senza alcuna indicazione dei livelli occupazionali, di quali e quante professionalità riconvertite verranno occupate e per quanto tempo Un fatto gravissimo se si pensa al così breve tempo che avanza prima della data prevista per la chiusura delle centrali a carbone, il 2025".

La riunione, che si è chiusa con l'impegno dell'assessorato all'Industria di convocare un nuovo incontro dopo il 20 agosto, è stata anche sottolineata nuovamente la necessità di programmare le risorse del Just Transition Fund (che si rischia di perdere) e la contrarietà del sindacato rispetto all'impugnazione del decreto energia: "Non fa altro che peggiorare la situazione generando ulteriori incertezze e ritardi, anche sull'arrivo del metano, perché per le attività produttive è e resta indispensabile non solo la produzione di energia elettrica ma anche di quella termica". 

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