Scuola: personale in sciopero, a rischio 25 autonomie

Sardegna

Manifestazione regionale in viale Trento, disagi negli istituti

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Sciopero e manifestazione con bandiere e striscioni davanti alla Regione in viale Trento, a Cagliari, per chiedere più attenzione per la scuola.
    L'astensione dal lavoro per molti collaboratori scolastici, professori e maestri è scattato questa mattina: molte le adesioni nelle scuole sarde con i dirigenti scolastici costretti ai salti mortali tra ingressi posticipati e anticipati e "ore buche" per le assenze dei docenti. Lo sciopero unitario nazionale è stato indetto dalle sigle Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams per protestare contro i contenuti del decreto legge 36 sulle misure per l'attuazione del Pnrr rivolte a scuola e università.
    In Sardegna i sindacati hanno sottolineato l'allarme per la dispersione scolastica, "che in qualche realtà supera persino l'ultima media regionale registrata, quella del 36% sicuramente acuita dalla lunga fase di pandemia". Temi ribaditi anche agli uffici dell'assessorato all'Istruzione: "Uno dei problemi più gravi - spiega Emanuele Usai, Flc Cgil - è quello del dimensionamento: in Sardegna 25 autonomie scolastiche sono a rischio. Legati a questo tema sono anche il fenomeno della dispersione scolastica e quello degli organici. E poi in Sardegna è molto forte il problema del sostegno: le richieste sono in aumento, la scuola fatica a stare al passo con le esigenze degli studenti e delle famiglie". Nel mirino proprio "la cronica carenza degli organici (si pensi solo al problema del sostegno che richiederebbe 9000 insegnanti a fronte di un impegno di circa la metà) e i riflessi che potrebbe avere il taglio annunciato di 15 mila lavoratori in tutta Italia".
    Le sigle parlano anche di "disimpegno totale della Giunta regionale e del suo assessore rispetto ai temi del diritto allo studio e della complessiva qualità del sistema dell'istruzione in Sardegna". In generale, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams contestano "l'ulteriore tentativo di rafforzare il modello aziendalistico della scuola, saccheggiando le pochissime risorse destinate per orientarle verso finalità calate dall'alto, ad esempio, l'istituzione della Scuola di alta formazione dell'istruzione con dirigenti e funzionari finanziati attraverso i fondi attualmente destinati ai docenti delle scuole". Secondo i sindacati "le misure del decreto porterebbero a un serissimo peggioramento del sistema scolastico, con riflessi per tutto il personale e per gli stessi studenti". 

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