Governatore in Consiglio regionale per celebrazione
L'importanza del rilancio della lingua sarda, il significato simbolico della circolarità dell'Aula, il valore di Sa Die come "glorificazione dello spirito identitario dei sardi". Questi i punti salienti dell'intervento del presidente della Regione Christian Solinas che ha chiuso le celebrazioni per la ricorrenza in Consiglio regionale.
Dopo i ringraziamenti ed i saluti di rito alle autorità politiche, civili e religiose, il governatore ha rivolto parole di apprezzamento per l'orchestra dei conservatori della Sardegna che ha fatto il suo esordio proprio nell'emiciclo dell'Aula consiliare. E dalle sette note utilizzate dai musicisti ha preso spunto per rilanciare il tema della lingua: "Alcuni dicono che il sardo ha troppi pochi termini per rappresentare la realtà che ci circonda ma io non la penso affatto così: le sette note, come i sette colori che caratterizzano le più importanti opere d'arte, dimostrano infatti che le parole della lingua sarda rappresentano e descrivono benissimo la contemporaneità e il nostro futuro". L'Aula, ha proseguito, "è circolare come la società sarda e ci si ritrova in tondo, come tonda è la pianta dei nuraghi e il nostro ballo si sviluppa in tondo". Ha proseguito il resto dell'intervento "in limba", sottolineando il valore identitario della ricorrenza, rievocando l'edizione storica di Sa Die, quella promossa dall'allora assessore della Cultura, Efisio Serrenti, e ritornando sui temi dell'attualità, rammentando le difficoltà derivanti dalla pandemia e le sue conseguenze economiche per arrivare poi alla drammatica crisi provocata dalla guerra.
"Sa Die è anche pace e fraternità tra i popoli - ha concluso - e rappresenta il diritto dei sardi a costruire un cammino nuovo verso l'autodeterminazione". Nessuna replica alle critiche delle opposizioni che Solinas si è limitato a definire "note stonate coperte dalla musica dell'orchestra".