Sanità: da Lanusei a Nuoro, monta la protesta nei territori

Sardegna

Sindaci sul piede di guerra e mamme in piazza con passeggini

Monta la protesta in Ogliastra e nel Nuorese per la carenza di servizi sanitari territoriali. I sindaci ogliastrini hanno convocato per mercoledì 5 gennaio alle 12 un tavolo politico-istituzionale davanti all'ospedale di Lanusei in agonia per la grave penuria di medici. Il territorio dunque si mobilita per salvare l'ospedale, in attesa di risposte da Ares che nei giorni scorsi ha promesso interventi. Ma non è il solo. Venerdì 7 gennaio a Nuoro sarà la volta di 800 mamme che, con tanto di passeggini, terranno un presidio davanti alla sede dell'Asl: i bimbi sono rimasti senza pediatra e i genitori sono costretti a rivolgersi a medici dei comuni vicini. La Regione aveva predisposto un bando per l'assegnazione temporanea della sede e ora si attende quello per il titolare.

Nel frattempo a Lanusei i primi cittadini protestano per il personale ridotto all'osso: su 120 medici previsti in pianta organica sono in servizio solo 69 professionisti. Così è stata decisa la mobilitazione con un confronto in piazza al quale sono stati invitati il presidente della Regione Solinas e l'assessore alla Sanità Nieddu, la neo direttrice generale di Ares Annamaria Tomasella, il nuovo direttore della Asl di Lanusei, Luigi Cugia, i consiglieri regionali e i parlamentari.

Mobilitati a fianco degli amministratori anche i sindacati. Se non arriveranno risposte dopo l'incontro il territorio annuncia battaglia, a cominciare da un presidio permanente davanti all'ospedale. "Intanto ora convochiamo il tavolo per capire quali saranno le risposte, sulla base degli sviluppi che arriveranno dopo l'assemblea decideremo i passi successivi" spiega all'ANSA il sindaco di Lanusei e presidente della Conferenza socio sanitaria ogliastrina Davide Burchi.

"Ad oggi la situazione è drammatica, con i reparti che chiudono, senza che il governo regionale batta ciglio - aggiunge il consigliere regionale del Pd Salvatore Corrias - Noi non possiamo stare inermi, e abbiamo il dovere sacrosanto di difendere il nostro ospedale, uniti, con le unghie e con i denti. Siamo pronti a dare battaglia. Ora abbiamo di nuovo la Asl n.4, che ha gli strumenti per dare voce al territorio. Se così non sarà - conclude Corrias - vorrà dire che questa è l'ennesima inutile riforma, fatta sulla pelle dei cittadini e dei pazienti".
   

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