Sono 4500 le imprese che hanno investito su green e digitale

Sardegna

Confartigianato, ecco i binari per nuova occupazione nell'Isola

Digitale, sostenibilità, innovazione: sono questi i binari su cui corrono i nuovi lavoratori anche in Sardegna. A confermare come le competenze legate a green e digitale siano ormai imprescindibili, tanto per entrare nel mercato del lavoro quanto per accompagnare le imprese nella trasformazione, arrivano le previsioni del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, rielaborate dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna. Secondo l'analisi, nell'Isola sono 4.531 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2016-2019 e/o investiranno nel 2020 in prodotti e tecnologie green. Nei prossimi mesi, le assunzioni relative previste ai "green jobs" nell'Isola sono 21.107, equivalenti al 27% del totale delle assunzioni previste.

"I temi della transizione digitale e del green sono i driver di crescita e di competitività per le nostre imprese e costituiscono la nuova bussola dello sviluppo sociale ed economico - commenta Fabio Mereu, vice presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e delegato regionale per l'Innovazione Tecnologica - uno sviluppo che ha bisogno non soltanto di risorse e tecnologie, ma anche di competenze adeguate e di una cultura nuova, che verrà incarnata soprattutto dai giovani, per natura portatori sani d'innovazione".

Nell'artigianato, la spinta verso la transizione verde farà emergere la necessità di specifiche professioni come, ad esempio, il progettista in edilizia sostenibile, lo specialista in domotica, tecnici e operai specializzati nell'efficientamento energetico nelle costruzioni; il certificatore di prodotti biologici nell'agroalimentare; il progettista meccanico per la mobilità elettrica. Ma la sostenibilità, come la cultura digitale, non è solo questione di competenze: è anche un modo di pensare e una visione, una forma di educazione prima ancora che di formazione.

"Per portare a pieno compimento la transizione digitale - conclude Mereu - non bastano le tecnologie ma serve il capitale umano che sappia utilizzarle, arricchendo ed innovando il proprio lavoro quotidiano. Occorre lavorare ancora di più, quindi, sulle competenze dei singoli cittadini e delle imprese".
 

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