Stati generali cinema, "più risorse per essere competitivi"

Sardegna

Chiusi tavoli tematici, "filiera sarda in buona salute"

La filiera dell'audiovisivo in Sardegna è in buona salute, ma ha bisogno di più risorse, di una programmazione pluriennale e del potenziamento della formazione che tenga conto delle nuove esigenze del mercato mutato e della richiesta di nuove professionalità. E' quanto emerso dalla riunione plenaria che ha chiuso, su zoom, gli Stati Generali del Cinema in Sardegna. Sei settimane di tavoli tematici, laboratori di coprogettazione, confronto tra le diverse anime della cinematografia per ridisegnare la legge regionale sul cinema del 2006, la prima in Italia.

"Con l'obiettivo di rafforzare la Sardegna e le sue industrie creative nel panorama non solo nazionale ed europeo. Dalla fase adolescenziale siamo entrati nell'età adulta e ora dobbiamo chiedere più risorse per essere più competitivi", ha detto Nevina Satta, direttrice di Sardegna Film Commission. La Regione - è intervenuto Renato Serra, alla guida della direzione generale Cultura - ha manifestato la volontà di calendarizzare gli incontri per mantenere uno scambio diretto tra operatori e istituzioni.

Tante le richieste emerse dai tavoli tematici, sintetizzate da Marcello Mustilli, consulente dell'associazione Film Commission italiane: trasparenza e puntualità nella pubblicazione dei bandi, fondi ad hoc per i settori animazione, videogames e documentario, valorizzazione delle cooproduzioni europee, riorganizzazione delle commissioni in sottocommissioni specializzate per settori. Unanime l'appello ad investire sulle sale, che sempre più possano essere centri della vita culturale.

E' stata poi sottolineata la necessità di aumentare la produzione di progetti, il rispetto dei protocolli green, una formazione anche sul set, affidata a eccellenze nazionali e internazionali. A questa prima fase seguiranno appuntamenti a gennaio aperti anche ad altre maestranze. Il dibattito si è acceso sul requisito, premiato con 45 punti su 100, del valore "Identità culturale delle opere" per l'attribuzione dei fondi.

Se dai tavoli è emersa la necessità di rimodulare, per dare un po' più di peso al valore artistico e tecnico, dall'altra si sono levate le voci in difesa del criterio. Per Salvatore Mereu "ha fatto crescere le professionalità sarde", Marco Benoni ha sottolineato anche "le importanti ricadute economiche" mentre Bepi Vigna ha parlato di "identità dinamica, in evoluzione, in una Sardegna che si confronta con il mondo".

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