La storia di Bboy Lucio in documentario del regista Roberto Pili
La breakdance per affrontare e sconfiggere un carcinoma papillare, diagnosticato sette anni fa. La storia di Luciano Galici, cagliaritano, per tutti Bboy Lucio è diventata un documentario, "Bboy fiero - La passione è la mia forza", firmato dal regista Roberto Pili e sta facendo il giro dei festival di settore ottenendo menzioni e premi. No, la breakdance non è un protocollo sanitario ufficiale. Ma il protagonista, grazie alla danza di strada, trova la forza per resistere e vincere. È il messaggio del lavoro di Pili. Ma anche dello stesso protagonista.
"Mi auguro che questo documentario possa dare - spiega Bboy Lucio, 39 anni, breaker da oltre venti, membro dello storico gruppo sardo di breakdance Ormus Force - soprattutto in questo periodo, un segnale di speranza, un aiuto, un messaggio forte a tutte le persone che combattono contro questo male e lanciare il messaggio che si può vincere grazie anche ad una passione forte che ti tiene legato alla terra e che ti dà la possibilità di andare avanti e farti sentire vivo".
L'opera, completamente autoprodotta senza alcun finanziamento pubblico, ha richiesto oltre un anno di lavorazione. Le riprese sono iniziate ad agosto del 2020 in pieno periodo di coronavirus e terminate a settembre del 2021. All'interno del documentario diverse testimonianze dei più rappresentativi Bboy della Sardegna: Bboy Gypsy, Bboy Yaio, Bboy BoogieGun ecc. oltre al racconto diretto dei familiari di Bboy Lucio.
Il documentario è stato premiato con la "Menzione d'Onore" al "Total Impegno 2021. È stato finalista al "Rome Independent Prisma Awards" e premiato come miglior documentario al "Cooper Awards". Il logo è stato realizzato da Claudio "Bboy Yaio" Cogoni. La prima visione di "Bboy fiero - La passione è la mia forza" è in programma il 17 dicembre alla Cineteca Sarda in Viale Trieste, 118, a Cagliari.
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