Neuroscienze e fakenews, esperti a confronto a Cagliari

Sardegna

Il 60/o congresso nazionale Sno alla Fiera sino a sabato

Si è parlato anche della pandemia, e non poteva essere altrimenti, nella giornata inaugurale del 60/o Congresso nazionale di Sno (Scienze neurologiche ospedaliere), in corso a Cagliari. Lavori aperti dalla lettura magistrale di Sergio Della Sala, tra i fondatori con Piero Angela del Comitato contro la pseudo scienza - CICAP, da anni impegnato nella lotta contro le fakenews. "La scienza è uno degli strumenti di conoscenza democratici migliori che abbiamo ma affinché sia efficace bisogna aumentare l'etica e la moralità", ha detto Della Sala, professore di neuroscienze cognitive dell'Università di Edimburgo. "Gli strumenti e il metodo della scienza ci permettono di migliorare i processi decisionali democratici della società in cui viviamo, ma affinché questi siano davvero efficaci è necessario che clinici e ricercatori abbiano a cuore moralità ed etica nel raccogliere dati e nel saperli diffondere.

Leggere scienza è già difficile di per sé, però leggerla attraverso internet è come avere sete e decidere di andare a bere direttamente da un idrante". Il presidente di Sno, Maurizio Melis, a capo della Stroke Unit del Brotzu - e presidente del congresso con Simone Comelli e Carlo Conti - ha ribadito: "Ho apprezzato il richiamo all'etica nella ricerca e nella comunicazione in un momento in cui siamo davvero inondati di fakenews. Siamo estremamente soddisfatti dalla prima giornata, sia per i contenuti che per la partecipazione, tutti sono stati impressionati sulla sezione dedicato al covid, dai numeri presentati ricordando quelle terribili prime settimane dove in quasi tutto il mondo si è dovuto ricorrere al lockdown. Voglio unirmi anche al ricordo dei colleghi mancati durante la lotta alla pandemia, con un lungo applauso che ha commosso l'intera platea".

Tra le relazioni, quella tenuta da Alfonso Ciccone sulle complicanze neurologiche avute nei mesi in cui è iniziata la vaccinazione: "L'approccio medico, dobbiamo ricordarlo, non può dare certezze, si tratta di un lavoro probabilistico. Grazie alla nostra ricerca abbiamo scoperto che i giovani sono tra i più esposti a questa rara complicanza da trombosi delle vene dovute dalla vaccinazione a vettore adenovirale. Abbiamo raccolto 11 casi, a fronte di un milione e settecentomila vaccinati, la maggior parte dei quali erano accomunati dall'avere un elevato consumo di piastrine trombosi venose anche extra cerebrali, con gravi complicanze. L'osservazione clinica in casi come questi può superare l'importanza della semplice segnalazione agli organi di competenza, in quanto il clinico si rende conto di trovarsi di fronte ad una situazione insolita".

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