La sanità territoriale sarda diventa paziente-centrica

Sardegna

Impulso a Case e Ospedali di comunità, si potenziano i distretti

DI ROBERTO MURGIA

L'obiettivo del nuovo piano della medicina territoriale in Sardegna è chiaro: la sanità deve diventare paziente-centrica. Ma perché questo succeda, tutto il sistema assistenziale di prossimità va rivisto, a partire dal potenziamento dei 24 distretti socio-sanitari, cioè il primo punto di riferimento per il cittadino grazie all'articolazione delle Asl, per continuare con la valorizzazione di tutte le strutture ausiliare presenti sul territorio, in particolare le Case di comunità (4 ogni 100mila abitanti) e gli Ospedali di comunità (uno ogni 50mila abitanti).

Il tutto sotto il coordinamento delle Centrali operative territoriali - la Regione intende attivarne 24 - che si avvarranno di ogni strumento a supporto della medicina territoriale che andranno implementati: dalla telemedicina al fascicolo sanitario elettronico, dalla cartella clinica informatizzata al Numero unico europeo (Nue). E' tutto spiegato nella bozza di 182 pagine del piano di medicina territoriale consegnato dall'assessore della Sanità Mario Nieddu ai consiglieri della sesta commissione, e che verrà illustrato ai sindaci il 16 novembre prossimo. Un piano che mira al superamento della contrapposizione dualistica ospedale-territorio attraverso la costruzione di "ponti culturali organizzativi e operativi che fungano da integrazione del territorio con l'ospedale". Per esempio, le dimissioni facilitate dei pazienti cronici e la previsione di ambulatori specialistici.

Fase clou del nuovo sistema è la presa in carico del paziente che avviene in uno dei 24 distretti presenti nell'Isola attraverso il ricorso del cittadino al Punto unico di accesso, cioè il luogo dove ognuno può rivolgersi per ottenere informazioni relative ai servizi territoriali socio-sanitari, quali le prestazioni erogate, le modalità ed i tempi di accesso, oppure allo sportello Unico di accesso presente nelle Case di comunità. Una prima valutazione servirà a distinguere il bisogno semplice da quello complesso, per quest'ultimo è prevista la presa in carico globale della persona da parte dell'équipe multiprofessionale della Unità di valutazione territoriale.

Prima di entrare nel vivo della riorganizzazione, la bozza esamina le caratteristiche che in Sardegna influenzano maggiormente il panorama dei bisogni sanitari: il progressivo invecchiamento della popolazione unito al declino della natalità, un livello di istruzione inferiore rispetto alla media nazionale e un livello di disoccupazione elevato. Il quadro è stato analizzato facendo riferimento al 2019, visto che il 2020 è stato condizionato dall'emergenza Covid. Gli indicatori utilizzati per definire il fabbisogno socio sanitario sono il volume delle prestazioni erogate, delle liste d'attesa e dell'impatto dei rinunciatari alle cure.
   

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